22 April 2023

Da «stupenda musica» a «musica imbarazzante, rubata, programmata e inascoltabile» è un attimo; da «bellissimo canale musicale» a «squallido canaletto di YouTube» è un attimo; da «grande compositore» a «disagio e fallimento» è un attimo; da «tesoro sepolto» a «lo schifo, rubato, storpiato e programmato» è un attimo; da «capolavoro» a «brani imbarazzanti» è un attimo; da «band molto interessante e sperimentale» a «scarto di band» è un attimo; da «mi piace molto parlare con te» a «l’apoteosi della superbia e della vanità» è un attimo; da «la ascolterò sempre» a «pagherei per non ascoltarla» è un attimo; da «somigli a Richard Wright» a «brutto come un pugno in un occhio» è un attimo.
Quando sei stato fatto
con lo scarto e manchi totalmente di testicoli, spina dorsale, onestà, cervello, coerenza, fegato, cultura, dignità, integrità eccetera, è inevitabile arrivare a simili vette nel campo del degrado umano e dell’infamia.
Ogni riferimento all’aborto umano ancora vergine e inetto e incapace e falso e perennemente nascosto dietro la copertina di
Lorca (1970) e dietro un ridicolo soprannome (coincidente con il titolo di una composizione dilorenziana del 2021) è puramente casuale. 

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