29 November 2024

1. Il ritardo è definito come la suddivisione di un segnale in componenti separate, una delle quali è ritardata e quindi reintrodotta nel segnale originale.
2. L’eco è definito come un ritardo di circa 35 millisecondi, nel quale le rigenerazioni sono ugualmente spaziate tra loro e nel quale la porzione di rilascio dell’inviluppo del suono è pure uniforme. A volte si parla di «prime riflessioni», intendendo la stessa cosa che ho chiamato eco.
3. Il riverbero è definito come un ritardo di meno di 35 millisecondi, nel quale le rigenerazioni sono distribuite in modo casuale e nel quale la porzione di rilascio dell’inviluppo del suono è pure casuale. A volte si parla di riflessioni successive, intendendo la stessa cosa che ho chiamato riverbero.

Sia l’eco sia il riverbero sono due tipi particolari di ritardo.

1. Il
ritardo è in generale ogni effetto nel quale un suono è ritardato e riprodotto assieme alla sorgente. Ogni effetto in cui ci sia un segnale ritardato è un ritardo o è basato su un ritardo. Sono basati su un ritardo l’eco, il riverbero, la fase, il flanger.
2. L’eco è un delay in cui il ritardo sia di almeno 35 millisecondi. Questo tempo minimo fa sì che il nostro orecchio riesca a percepire il suono ritardato come perfettamente distinto da quello originale. Questo, infatti, è ciò che accade nella nostro esperienza con l’eco naturale.
3. Il riverbero è invece la riproduzione delle numerose eco sovrapposte e molto veloci che si verificano in un ambiente chiuso e ristretto, come può essere una stanza, una caverna, una sala eccetera. Il riverbero è composto di molte riflessioni sovrapposte, con tempi di ritardo diversi tra loro e nessuna di queste supera i 35 millisecondi, cosicchè l’orecchio non percepisce riflessioni separate ma ha invece la sensazione di una «coda» del suono diretto.

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