1. Il ritardo è definito come la suddivisione di un segnale in
componenti separate, una delle quali è ritardata e quindi
reintrodotta nel segnale originale.
2. L’eco è definito come un ritardo di circa 35
millisecondi, nel quale le rigenerazioni sono ugualmente spaziate tra loro e
nel quale la porzione di rilascio dell’inviluppo del suono è pure
uniforme. A volte si parla di «prime riflessioni», intendendo
la stessa cosa che ho chiamato eco.
3. Il riverbero è definito come un ritardo di meno di 35
millisecondi, nel quale le rigenerazioni sono distribuite in modo casuale e
nel quale la porzione di rilascio dell’inviluppo del suono è pure
casuale. A volte si parla di riflessioni successive, intendendo la
stessa cosa che ho chiamato riverbero.
Sia l’eco sia il riverbero
sono due tipi particolari di ritardo.
1. Il ritardo è in generale ogni
effetto nel quale un suono è ritardato e riprodotto assieme alla
sorgente. Ogni effetto
in cui ci sia un segnale ritardato è un ritardo o è basato su un
ritardo. Sono basati su un ritardo l’eco, il riverbero,
la fase, il flanger.
2. L’eco è un delay in cui il ritardo sia di almeno
35 millisecondi. Questo tempo minimo fa sì che il nostro orecchio riesca a
percepire il suono ritardato come perfettamente distinto da quello
originale. Questo, infatti, è ciò che accade nella nostro esperienza
con l’eco naturale.
3. Il riverbero è invece la riproduzione delle
numerose eco sovrapposte e molto veloci che si verificano in un
ambiente chiuso e ristretto, come può essere una stanza, una
caverna, una sala eccetera. Il riverbero è composto di molte
riflessioni sovrapposte, con tempi di ritardo diversi tra loro e
nessuna di queste supera i 35 millisecondi, cosicchè l’orecchio non percepisce
riflessioni separate ma ha invece la sensazione di una «coda» del
suono diretto.
29 November 2024
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