02 July 2025

Via Marano deriva direttamente da marrano, il modo in cui erano chiamati gli ebrei convertitisi al cristianesimo; via Gisira, invece, prende il nome dalla tassa versata dagli ebrei, per la libertà di culto. A Catania, non è mai esistito un «ghetto» ebraico. Giudecca, del resto, è proprio un termine tipico del Sud Italia, per definire i loro distretti urbani: a differenza che altrove, infatti, nel meridione era più facile che gli ebrei vivessero a stretto contatto con gli abitanti di città e villaggi. Senza fare eccezione, a Catania, la comunità non viveva isolata sviluppando, invece, due aree abitative: i) in prossimità delle mura (Judecca Soprana); ii) a ovest e a sud della città (Judecca Sottana). Si può parlare di presenza ebraica a Catania già tra il Iii e il Iv secolo. C’è un vuoto delle fonti che va da quel periodo al Medioevo: li ritroviamo nel 1235, stanziati già presso l’area detta «della Cipriana»; successivamente, si creerà l’insediamento a sud, oggi corrispondente alla zona del Duomo. Le due giudecche comprendevano al loro interno un ospedale e un macello; per il culto, invece, due sinagoghe e un cimitero fuori le mura. Il fiume Amenano era importantissimo, per la comunità, per ragioni di culto (ad esempio, per i bagni rituali delle donne). Non a caso, la comunità era dislocata proprio lungo il corso dell’Amenano, che prese a chiamarsi Judicello. La Giudecca Soprana è l’area del primo insediamento ebraico. Grossomodo, oggi coincide con la zona circoscritta da via Maura, piazza Dante e via della Cipriana. La sinagoga di questo abitato, invece, sorgeva in via Sant’Anna. Via Santa Maria della Catena è un’ulteriore testimonianza della presenza della Giudecca: in Sicilia tutti i toponimi con la parola «catena» indicano una precedente presenza ebraica; altrettanto, le chiese chiamate Santa Maria della Catena sono luoghi di antiche sinagoghe. I medici ebraici catanesi erano al tempo molto conosciuti e apprezzati e la scuola medica ebraica dette il suo contributo, nella creazione dell’Università di Catania, fondata nel 1434. È anche grazie ai loro saperi, se fino al Novecento la medicina locale era una delle più aggiornate a livello internazionale. Tra il Xvi e il Xvii secolo, nella cartografia siciliana sparisce l’Amenano: è ricordato solo lo Judicello. Intorno al prezioso fiume, si sviluppa il secondo abitato ebraico e con esso tutta una serie di attività che hanno segnato il territorio sino ad oggi. La Judeca di Jusu si estende quindi dalla zona del Duomo al Pozzo di Gammazita, tra via Marano e Sant’Agata alle Sciare. L’attuale pescheria nasce proprio dall’antico mercato del pesce ebraico. Gli operai e i commercianti, invece, presero posto nei dintorni di piazza Federico Ii di Svevia. Ancora vicino all’acqua – e precisamente, presso il pozzo di Gammazita – trovava posto la conceria.

Via Marano deriva direttamente da marrano, il modo in cui erano chiamati gli ebrei convertitisi al cristianesimo; via Gisira, invece, prende...