29 November 2025

Il design delle giacche in pelle Café Racer, divenuto popolare negli anni sessanta, fu sviluppato in Inghilterra. Al ritorno a casa dopo la Seconda guerra mondiale, i soldati si appassionarono alle vecchie motociclette d’anteguerra. Queste motociclette erano usate per gareggiare tra pub e caffè locali, il che creò l’esigenza di una giacca da corsa in pelle aerodinamica e minimalista. Viaggiare a volte a più di 160 chilometri orari era piuttosto pericoloso, su strade che all’epoca erano più simili a sentieri. La pelle di cavallo pesante e, naturalmente, una robusta cerniera principale aggiungevano un certo livello di protezione a questi temerari amanti della velocità. Si potrebbe immaginare che in quei primi giorni delle gare café racer, si facessero scommesse e si stabilissero record. I fratelli Schott producono una giacca da motociclista in pelle Café Racer fin da quando produssero il modello 666 Rs per Beck, nel 1956. Si chiamava Leather Racing Shirt e all’epoca, costava 28,95 dollari. La Schott commercializzò anche la propria giacca da corsa, con il modello 641Xx. All’inizio, queste giacche in pelle avevano tasche simmetriche con cerniera sul petto, un cinturino regolabile con bottoni automatici sul collo e polsini con cerniera. A causa del loro uso e maltrattamento, molti esemplari oggi reperibili sono privi di qualsiasi segno delle fodere interne originali. Radicato alla tradizione, il modello Schott 530 ripropone lo stile café racer degli anni cinquanta. Basato sui primi modelli da corsa, il 530 è leggermente cambiato ma il concetto generale rimane lo stesso. Progetta una giacca in pelle da uomo aderente e senza fronzoli, con un look fresco e raffinato.

27 November 2025

Nel 1913, mentre la nuova Model T della Ford cominciava ad affollare le già trafficate strade di New York, due fratelli – figli di un immigrato russo – inseguirono il loro pezzo di Sogno Americano. Irving e Jack Schott iniziarono a produrre impermeabili in un seminterrato del Lower East Side di Manhattan, che erano poi venduti porta a porta da venditori ambulanti. Le giacche in pelle di Irving Schott erano affettuosamente marchiate con il nome del suo sigaro preferito: il Perfecto. Verso la metà degli anni venti, la Schott Nyc stava rivoluzionando il modo in cui gli americani si vestivano per l’outdoor, essendo stati i primi a inserire una zip su una giacca. Spinto dal desiderio di innovare, non fu una sorpresa che Irving Schott puntasse allora a un altro classico americano in divenire: la motocicletta. Nel 1928, Irving Schott progettò e produsse la prima giacca da moto in pelle. Venduta a 5,50 dollari presso un concessionario Harley Davidson di Long Island, la Perfecto era resistente, robusta e subito apprezzata. Per questa nuova generazione di bikers, la Perfecto divenne un simbolo di eccitazione, avventura e pericolo, alimentando la loro passione per le moto.

24 November 2025

1890 1890Xx. Nasce il numero di lotto 501. Ha una sola tasca posteriore, fibbia di regolazione posteriore e bottoni per bretelle. Vestibilità molto ampia e vita estremamente alta. 1901 01501. Aggiunta della seconda tasca posteriore, completando il design a 5 tasche. 1922 22501. Aggiunta dei passanti per cintura, mantenendo cinch back e bottoni per bretelle. 1937 37501. Rimozione dei bottoni per bretelle. Rivetti delle tasche posteriori nascosti. Mantiene il cinch back. 1944 S501Xx. Restrizioni belliche (Seconda guerra mondiale): rimozione del cinch back e arcuati verniciati, anziché cuciti. 1947 47501. Il primo jeans moderno. Il cinch back non è ripristinato. Vestibilità più stretta e affusolata del dopoguerra. 1954 501Z. Introduzione della cerniera lampo, al posto dei bottoni. 1955 50155. Ritorno a un fit più rilassato, dritto e largo (più ampio del 1947). 1966 66501. I rivetti posteriori nascosti sono rimossi e sostituiti con cuciture. 1971 L’etichetta rossa cambia da LEVI’S a Levi’s.

22 November 2025

Ciao.
Ciao.
Come ti senti?
Al di là del bene e del male.
Che ore sono?
Le quindici e quattordici.
Droghe assunte oggi?
Acqua naturale, caffè d’orzo, gallette di riso, olio Evo, sale, sedano, cubetti di zenzero.
Stai componendo?
Al momento, no.
Come mai?
Ho rallentato un po’.
Come sta la Di Lorenzo Special?
Si trova presso Ingallina 54.
Da quanto tempo?
Da novanta giorni.
Come sta il tuo sistema nervoso?
Si sta riassestando.
Come stanno le pareti muscolari dei tuoi vasi sanguigni?
Si stanno dilatando.
Sei felice?
Sì.
Perché?
Senza una ragione.
Scopo della tua vita?
La vita stessa.
E la musica?
Un abbellimento della vita.
E la moto?
Un abbellimento della vita.
Che marca di grasso utilizzi, per la catena di trasmissione della tua moto?
Motul.
Grazie.
Di nulla.

18 November 2025

The “Standard Snell 1959” refers to the first voluntary helmet safety standard published by the Snell Memorial Foundation. Established for competitive racing helmets, it was created in response to the death of racer William “Pete” Snell to ensure a minimum level of protection for headgear. The standard was adopted by organizations like the Sports Car Club of America (Scca) and spurred a significant increase in helmet performance and safety development.
Origin The standard was established three years after racer William Snell’s death in 1956.
Purpose To eliminate inadequate helmets by providing a measurable and known standard of protection for competitive racing.
Impact The standard spurred a rapid improvement in helmet performance as manufacturers developed helmets to meet the new requirements. The Sports Car Club of America (Scca) made it mandatory for their events, creating market demand for certified helmets.
Scope The initial standard was for automotive racing helmets, but the Snell Memorial Foundation has since developed standards for many other types of headgear.
Evolution The original 1959 standard has been revised and updated many times since, with the most current standards being more rigorous than the original. The Snell Foundation continues to release new standards approximately every five years to keep pace with improving technology.

16 November 2025

La storia dei caschi Bell è una storia di innovazione pionieristica nel campo della sicurezza per gli sport motoristici, che ha portato a diverse «prime volte», nel settore. Fondata nel 1954 da Roy Richter in California, l’azienda è diventata rapidamente un punto di riferimento globale. Anni cinquanta Roy Richter, un appassionato di corse automobilistiche, fonda la Bell in un garage dietro il suo negozio di ricambi auto. Il primo casco prodotto è il 500. 1957 La Bell introduce il 500-Tx, il primo casco per sport motoristici a utilizzare un rivestimento interno in polistirene espanso (Eps), una tecnologia cruciale, per l’assorbimento dell’energia. 1959 Il 500-Tx è selezionato dal Museum of Modern Art di New York, per la sua eccellenza nel design e la Bell diventa la prima azienda a certificare un casco secondo lo standard della Snell Memorial Foundation, un punto di riferimento, per la sicurezza. Anni sessanta Nel 1963, è lanciato il modello Magnum. 1966-67 La Bell introduce lo Star, il primo casco integrale al mondo, che offre una protezione facciale completa, rivoluzionando gli standard di sicurezza nelle corse automobilistiche e motociclistiche. Piloti leggendari come Dan Gurney (nel 1968) e Jim Clark (campione del mondo F1 1963) hanno utilizzato i caschi Bell nelle competizioni. Anni settanta Alla fine degli anni settanta, debutta il Moto 3, un prototipo che ha superato le certificazioni Snell e che divenne rapidamente un’icona nel mondo del motocross, noto per il suo design distintivo e per essere molto in anticipo sui tempi. Espansione Negli anni settanta e ottanta, la Bell si espande nel mercato dei caschi da bicicletta e mountain bike, introducendo innovazioni come il primo casco da Mtb integrale. Xxi secolo La Bell continua a innovare con modelli all’avanguardia come il Moto-10 Spherical, caratterizzato dalla tecnologia Mips e una calotta segmentata in carbonio 3K, per una ventilazione e una sicurezza superiori. L’azienda mantiene la sua leadership, lavorando a stretto contatto con piloti professionisti in Formula 1, IndyCar e altre discipline.

12 November 2025

Il salutismo è un atteggiamento di scrupolosa e a volte eccessiva attenzione per la propria salute, che si manifesta con comportamenti focalizzati su stili di vita sani come alimentazione corretta, attività fisica e astinenza da fumo e alcol. Spesso, il termine è usato in senso critico, per denunciare la rigidità di questo pensiero e l’ossessione che può comportare.
Origini e definizione Il termine è stato introdotto negli anni settanta, per descrivere una nuova ideologia sulla salute che si è diffusa nella società. Il concetto si è evoluto nel linguaggio comune, a volte con una connotazione negativa legata a un’eccessiva ossessione.
Manifestazioni comuni Include l’adozione di un’alimentazione salutare, la pratica regolare di attività fisica e l’astensione da abitudini considerate dannose come fumo e alcol.
Connotazioni negative Può assumere una forma problematica, portando a comportamenti ossessivi. Per esempio, il «salutismo alimentare» può degenerare in un’ortoressia, ovvero una fissazione per il cibo «sano» che porta a un’eccessiva selezione, ricerca e preparazione degli alimenti, generando angoscia e isolamento sociale, se non si rispettano i rigidi canoni prefissati.
Critiche sociali Il salutismo può essere visto anche come una nuova forma di discriminazione, come ad esempio nel caso del movimento per l’accettazione del corpo, che critica il salutismo come una forma di giudizio e pressione sociale.
Relazione tra salute e salutismo È importante distinguere la normale attenzione alla propria salute dal salutismo, che rappresenta una forma spesso esasperata e ossessiva di questa cura.

Aleksandr Isaevič Solženicyn (1918-2008) è stato uno scrittore, filosofo, storico e drammaturgo sovietico di nazionalità russa. Conservatore...