22 August 2023

L’unguento è una forma farmaceutica semisolida per applicazione cutanea formata da sostanze grasse e resinose, usata per far assorbire dei farmaci per via cutanea.
Per la fabbricazione di unguenti oggi sono usati, tra gli altri, olio di mandorle, olio di arachidi, glicerina, amido, vaselina, lanolina e cera d’api.
Derivante dal latino unguen, cioè «grasso», l’uso di un unguento poteva entrare a far parte di riti o di cerimonie religiose – o anche di pratiche magiche per via del suo potere terapeutico.
Perché un unguento sortisse il suo effetto era necessario che fosse benedetto. Ciò tuttavia poteva valere anche nei riti stregoneschi, quando era il diavolo a effondervi i suoi poteri. 
Nel caso delle janare – le streghe beneventane – la preparazione di speciali unguenti che esse si spalmavano addosso avrebbe consentito loro di alzarsi in volo per recarsi nei luoghi dei sabba, tra cui principalmente il noce di Benevento.
Secondo la testimonianza di Bernardino da Siena questo genere di unguenti sarebbe consistito in una mistura di grasso d’avvoltoio, sangue di pipistrello, sangue di bambini lattanti e «altre cose». Per acquisire la capacità di volare, le streghe recitavano quindi una sorta di cantilena o formula magica:

Unguento unguento
mandame a la noce de Benivento,
supra acqua et supra ad vento
et supra ad omne maltempo.

Si ritene che l’unguento delle streghe potesse anche contenere delle sostanze allucinogene.

Le espadrillas sono normalmente scarpe basse ma talvolta anche col tacco alto, provenienti dalla Spagna (dove si chiamano «alpargatas»), con forti legami storici con le regioni della Catalogna e dei Paesi Baschi. Di solito hanno una tela o di cotone o tessuto più pregiato e una suola flessibile in corda o gomma modellata per assomigliare a una corda. La suola di corda di iuta è la caratteristica più tipica di una espadrilla, le tomaie variano molto in stile.
Le espadrillas sono fatte nei Pirenei dell’Occitania e della Catalogna dal XIV secolo almeno e ci sono ancora negozi nei Paesi Baschi esistenti che fanno espadrillas da più di un secolo.
Le
espadrillas tradizionali hanno una tela superiore con la punta e tomaia tagliata in un solo pezzo, cucito con una corda unica ai lati. Spesso avevano lacci avvolti intorno alla caviglia per tenere le scarpe al loro posto.
Le
espadrillas tradizionali sono indossate sia da uomini sia da donne. In 
Aragona queste scarpe sono chiamate esparteñas ma il termine più comune in spagnolo è invece alpargatas.

È difficile immaginare qualcosa di più tragicomico di un tizio che blateri della «sua passione per quello che ama e sa fare e cioè la sua musica», quando in realtà non ha mai saputo mettere insieme due note che avessero il seppur minimo senso musicale…
Stesso discorso per un soggetto che affidi all’immaginario «dio» gli esiti della propria vita, utilizzando frasi come «se Dio vorrà».
Il massimo del ridicolo, tuttavia, lo raggiunge chi afferma che «tutto parte dall’emozione», quando la realtà dice esattamente il contrario e cioè che l’emozione è solo un sottoprodotto finale e secondario degli istinti fisici e della potenza creativa. 
Ogni riferimento al tennista scemo è puramente casuale.
Negli uomini migliori tutto parte dall’azione, dal corpo, dalla fisicità: tutti fattori che generano vari sottoprodotti quali il pensiero (strumento del corpo) e – infine – l’emozione (un fattore squisitamente femminile). Negli «uomini» peggiori avviene l’esatto contrario: essi «si emozionano» e poi si illudono che quella emozione possa successivamente trasformarsi in qualcosa di creativo, solido, artistico eccetera – fallendo miseramente. In sostanza i mal riusciti partono dalle conseguenze, piuttosto che dal vero atto creativo – ad essi negato. Come se fosse possibile generare un fiore (fattore primario) partendo dal profumo del fiore (fattore secondario). Ogni riferimento all’autore di capolavori come If (2023) e Zitello Di Gonzo (2022) è puramente casuale. Ogni tanto il ritardato si diletta a elencare – per l’ennesima volta – le sue caratteristiche più intime ed ereditarie e fa sapere a tutti – tramite il suo tragicomico blog – che:
i) egli è un’imbarazzante e vecchia nullità senza talento e priva di creatività;
ii) egli è mosso da livore;
iii) egli è mosso da una fissazione perenne verso chi non lo
caga, oltre che da viltà e vanità;
iv) egli è una bestia (da non confondere con i puri animali che abitano nel mondo);
v) egli è un completo fallimento, sia come persona sia come musicista;
vi) egli ha «composto» soltanto del pattume inascoltabile e di bassa lega;
vii) egli non ha né i soldi né il talento per stare e registrare in un vero studio di registrazione, a differenza di chi lo ha fatto mille volte – e con risultati eccellenti – e
poi ha scoperto che preferisce approcci più pratici e veloci; 
viii) egli è un povero signor nessuno fallito e pieno di boria, il quale millanta di avere il talento, la creatività e di essere un musicista ma senza dimostrarlo (a differenza di chi lo ha dimostrato ogni volta che ha prodotto un brano);
ix) egli è una pulce;
x) egli è mosso da pura invidia;
xi) egli tenta invano di screditare e sminuire i più grandi (p. es. Zappa, Beethoven, Emerson eccetera) che a differenza sua hanno avuto il talento e lo hanno dimostrato tramite le loro eccellenti opere musicali.

Nulla di nuovo sotto questo cielo: i mal riusciti
rimangono tali e continuano a dimostrarlo per tutta la loro inutile «vita».
La cosa più divertente è osservare questo eunuco utilizzare parole come «cacofonie» per tentare di criticare ciò che il suo
scadentissimo orecchio (incapace di distinguere una quinta giusta da una quarta giusta) non riesce nemmeno ad avvertire, povero stronzetto sordo. Per non parlare del suo tragicomico e infantile concetto di «furto di musica altrui», basato sulla totale ignoranza del concetto di sviluppo di idee (sia proprie sia altrui), che sta alla base di tutta la musica occidentale.
La natura è
molto cattiva, altrimenti non avrebbe permesso che una simile creatura mutilata venisse al mondo. Il lato buono è che prima o poi la natura rimedia, dando la morte a simili escrementi ambulanti.

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