20 October 2023

Il problema dell’aborto umano sordo è che egli non capisce (o non vuole capire) che non esiste alcuna violazione o reato nello scegliere un qualsiasi titolo per i propri brani – infatti nessuno si è mai lamentato per capolavori come Zimbello Di Porenzo (2022) o Nazistello Di Porenzo (2023) eccetera – mentre quello che egli definisce «informare il pubblico circa i reati commessi da Mario Rossi» è un reato, senza alcun dubbio. Se il suo scopo fosse davvero quello di «informare il suo pubblico circa le sue disavventure in rete», potrebbe farlo benissimo evitando di scrivere il nome e il cognome di chiunque sia coinvolto nella questione. Potrebbe scrivere, ad esempio: «Un tizio di cui non faccio il nome ha fatto questo» eccetera e andrebbe benissimo. Tuttavia, il nostro eroe malato ci tiene a «punire» e usa la sua tecnica preferita, che egli stesso ha definito tramite la frase, «Spammare ovunque i dati della persona da punire», il che corrisponde perfettamente al reato di diffamazione aggravata.
Egli è fatto così: è un criminale nel sangue – probabilmente per tradizione familiare – e quindi non può fare a meno di compiere questi gesti ignobili e infantili e meschini e incompatibili con qualsiasi uomo degno di tale nome. D’altra parte, egli scrive frasi come, «Io amo la vendetta» oppure, «Così egli impara a fare questo» oppure, «Egli deve essere punito per aver offeso Cristo e i cristiani» oppure, «Io sono uno spione in positivo» eccetera. Non si rende conto di quanto questa roba sia vomitevole e vergognosa e infantile e indegna di un uomo.
Non per niente, egli preferisce tenere nascosto sia il suo volto sia il suo nome, mentre utilizza ampiamente (e illegittimamente) i nomi e i cognomi altrui. Probabilmente, in cuor suo egli si vergogna, perché sa di essere una piccola deiezione.
Va bene così. Egli rimane l’esempio supremo di ciò che un vero uomo non sarà mai, quindi gli siamo grati per l’utile servizio che fornisce gratuitamente. L’«Achille cristiano» scrive: «Se questo soggetto volesse denunciarmi per questo mio articolo dove ho riportato le sue violazioni e le sue offese scritte nei miei confronti, può farlo quando vuole.» Come già detto tante volte, non abbiamo alcuna intenzione di perdere il nostro tempo e la nostra energia per denunciare questo pagliaccio. Più avanti, questa cosa difettosa scrive: «Mi sono limitato a riportare le sue violazioni e a informare le persone che seguono il mio canale.» Traduzione: «Mi sono limitato a fare opera di diffamazione aggravata nei confronti di una persona giuridica, inserendo arbitrariamente il suo nome e il suo cognome, i quali non erano affatto necessari allo scopo di informare le persone che seguono il mio canale.» Poco dopo, la vergogna della specie umana scrive: «Lo sfido inoltre a trovare anche una sola offesa in questo articolo.» Le offese sono infinite e si trovano sparse in tutti e due i suoi blog (perlomeno fino a poco tempo fa). I suoi «screenshot e prove» sono di per sé un reato, poiché nessuno l’ha autorizzato a usarli e inoltre tocca alla Legge – e non ai privati – utilizzare materiale altrui associato ad accuse di qualsiasi tipo. Frasi come, «Nessuno mi impedisce di informare i miei iscritti e chi mi segue di questo» sono profondamente disoneste, poiché l’atto di informare i propri iscritti circa qualcosa non implica necessariamente l’atto di pubblicare i nomi e i cognomi implicati nella faccenda. Stesso discorso per frasi come, «Io mi limito a riportare i fatti, senza offendere.» Di nuovo: riportare i fatti non implica «riportare i nomi e i cognomi» e non è necessario offendere, per essere illegittimi e scorretti, oltre che infami. Esempio pratico: nel 2020, io ho ricevuto decine di falsi reclami da un utente YouTube del quale conoscevo il nome e il cognome. Ebbene, io non ho menzionato codesto nome e cognome e se l’ho fatto in qualche commento ho poi rimediato eliminando ciò che avevo scritto. Certamente, non ho pubblicato articoli pieni zeppi di passaggi comprendenti quel nome e cognome o addirittura titoli in rosso e in maiuscolo – in stile cartellone pubblicitario – comprendenti quel nome e cognome. Allo stesso modo, non mi sono messo a diffondere screenshot dei commenti di quel tizio senza occultare il suo soprannome dell’epoca. Se lo avessi fatto, mi sarei sentito un piccolo verme, oltre che un criminale. Al di là di questo… si tratta anche di stile: un uomo non farebbe mai cose del genere ma un omuncolo capace di fare affermazioni come, «Io sono uno spione in positivo», . Alla fine, si torna al punto di partenza: gli uomini non sono uguali e noi siamo fieri di non appartenere alla categoria degli «spioni in positivo» o dei «cristiani vendicatori» o degli «amanti della vendetta», per i quali proviamo un misto di orrore, disprezzo e pietà. Un’altra delle assurdità illogiche scritte da questo prototipo umano mal riuscito è la seguente: Entro 3 mesi, quindi il mio vecchio articolo di segnalazione scritto sull’altro mio blog non ha più importanza, visto che lo scrissi un anno fa e l’ultimo aggiornamento risale al novembre del 2022. Ormai è passato quasi un anno dall’ultimo aggiornamento.
Ovviamente, questa affermazione non ha il minimo senso, poiché: finché i suoi articoli diffamatori sono presenti in rete, rappresentano un qualcosa che non dovrebbe esistere e che invece esiste, ergo sono perennemente nuovi e perennemente attuali! Al di là di questa ovvia constatazione, aggiungiamo (per quello che vale) che è egli stesso a scrivere – come ha fatto fino a tempi recentissimi – cose come, «Adesso aggiorno il mio articolo», riportando pubblicamente (come di consueto) il nostro nome e il nostro cognome, ergo non è vero che, «È passato quasi un anno dall’ultimo aggiornamento», poiché è passato circa un giorno! Ripetiamo: se egli ci teneva a informare i suoi utenti, poteva farlo senza riportare pubblicamente alcun nome e cognome e se qualche utente avesse chiesto dei dettagli, egli poteva invitarlo a scrivere privatamente. Questo è infatti il normale comportamento delle persone civili, corrette e collegate alla realtà. Nel caso di uno stronzetto e vigliacco e codardo e vendicativo e con velleità da punisher, invece, le cose vanno diversamente ed ecco spiegato il tragicomico fenomeno degli articoli pubblici recanti titoli come, «Violazioni e offese da parte dell’utente Mario Rossi, spiegazione (2023)», i quali rappresentano il modello perfetto del reato di diffamazione aggravata.
Sembra incredibile ma simile feccia umana esiste davvero, sebbene non abbia né una faccia né un nome e non conti un cazzo, a differenza degli eccellenti artisti che vorrebbe danneggiare – senza riuscirci minimamente.

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