23 January 2024

Sia l’eco sia il riverbero sono due tipi particolari di ritardo:
i) il ritardo è la suddivisione di un segnale in componenti separate, una delle quali è ritardata e quindi reintrodotta nel segnale originale;
ii) l’eco è un ritardo di approssimativamente 35 millisecondi, nel quale sia le rigenerazioni sia la porzione di rilascio dell’inviluppo del suono sono uniformi;
iii) il riverbero è un ritardo di meno di 35 millisecondi, nel quale sia la porzione di rilascio dell’inviluppo del suono sia le rigenerazioni sono distribuite in modo casuale.
Il ritardo è in generale ogni effetto nel quale un suono sia ritardato e riprodotto assieme alla sorgente.
Sono basati su un ritardo:
i) l’eco;
ii) il riverbero;
iii) il phaser;
iv) il flanger.
Prima ancora dell’invenzione della registrazione magnetica, il primo ritardo fu utilizzato nelle trasmissioni radio. Esso fu creato inviando il segnale audio attraverso le linee telefoniche a una città lontana centinaia di chilometri e poi riportandolo indietro. Il tempo impiegato dal segnale per compiere il viaggio sulle linee telefoniche causava il ritardo nel segnale rispetto al segnale sorgente, ottenendo così un effetto di ritardo.
Dopo l’introduzione della registrazione magnetica, Les Paul realizzò che lo spazio tra la testina di registrazione e quella di riproduzione di un registratore a nastro poteva essere utilizzato per creare un ritardo a nastro.
Più tardi, per aumentare il tempo di ritardo, Les Paul collegò due registratori a nastro e infine, con l’avvento delle piastre a velocità di riproduzione variabile, riuscì a controllare il tempo di ritardo effettivo, rallentando o accelerando la seconda piastra. Tuttavia, Les Paul si trovava di fronte a un dilemma, ogni volta che il nastro sulla seconda piastra terminava: in questo caso, infatti, l’effetto si interrompeva bruscamente. La risposta a questa questione giunse alcuni anni più tardi, con un nuovo tipo di ritardo a nastro chiamato Echoplexing. Questo ritardo utilizzava un loop su un nastro continuo, che consentiva di realizzare un ritardo continuo senza restare a corto di nastro. Gli Echoplexers furono utilizzati per tutti gli anni settanta ed è ancora possibile trovarne qualcuno in qualche studio oggi.
Verso la metà degli anni settanta, si verificò l’inizio dell’era digitale e con essa comparvero le prime linee di ritardo digitale o Ddl. Tuttavia, a causa del costo rilevante della tecnologia digitale a quei tempi, le Ddl in genere avevano un’ampiezza di banda di soli 10.000-15.000 hertz. Principalmente, esse non furono utilizzate per registrazioni in studio ma erano impiegate in luoghi molto ampi, per tenere in sincrono gli speaker molto lontani tra loro.
Verso la fine degli anni settanta, i ritardi analogici divennero molto popolari, a causa del loro prezzo piuttosto ridotto. Molti musicisti ancora oggi ritengono che i ritardi analogici suonassero più «grossi» e più caldi dei ritardi digitali. Chiunque ne abbia utilizzato uno, in realtà, sa che essi sono soggetti all’introduzione di molto rumore esterno, da Emf o da altre sorgenti, estranee al segnale originale.
Gli effetti di eco e riverbero, nell’epoca pre-digitale, erano realizzati riproducendo un segnale audio in una stanza con pareti molto rigide (particolarmente riflettenti) e registrandone le riflessioni. Queste stanze offrivano ai tecnici del suono una possibilità di controllare i parametri del riverbero soltanto cambiando la posizione del microfono, quando registravano le riflessioni. Se c’era bisogno di più riverbero, il microfono era spostato più lontano dalla sorgente sonora, mentre un riverbero minore era ottenuto spostando il microfono più vicino alla sorgente sonora. In breve, furono escogitati sistemi intelligenti e stravaganti per modificare l’inviluppo del riverbero, come ad esempio, appendere materiali assorbenti su alcune pareti oppure utilizzare pannelli rimovibili riflettenti eccetera.
Oggi, i tecnici, nella maggior parte dei casi, registrano i segnali asciutti, senza alcun effetto, cercando di ottenere un segnale della migliore qualità e solo in seguito aggiungono questo tipo di effetti, quando realizzano il missaggio finale di una registrazione. Questo modo di procedere ha condotto a un definitivo mutamento di direzione nella struttura degli studi di registrazione. Laddove una volta solo chi disponeva di ampi mezzi poteva permettersi di realizzare ambienti che offrissero riverberazioni di alta qualità, oggi chiunque disponga di un’area di registrazione relativamente quieta, può manipolare i suoni, grazie a processori di segnale digitali di alta qualità.

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