Coloro i quali vedono «brani rubati» laddove ci sono – tuttalpiù – due o tre note rubate e utilizzate come materiale grezzo per comporre brani originali.
Si tratta di incapacità di riconoscere cose elementari come – ad esempio – la differenza tra intero e frammento ma anche di abissale ignoranza in campo musicale, per ovvie ragioni.
In casi particolarmente gravi, simili errori genetici non si limitano a dimostrare di essere dei perfetti idioti ma si mettono pure a diffamare pubblicamente compositori che hanno un nome e un cognome, affermando (sulla base delle loro ridicole opinioni) che questi ultimi avrebbero «rubato brani», cioè accusandoli pubblicamente di plagio. (Il tutto rimanendo perennemente nascosti dietro un vergognoso anonimato, beninteso…)
Generalmente, codesta natura prepotentemente criminale è ereditaria ma non sempre è così.
Ogni riferimento al sacco di letame fumante che a suo tempo ci ha ispirato nella composizione del brano Kasus Pathos (2021) è puramente casuale.
Non si scappa: il cristiano immaginario è – e rimane – l’essere più stupido che noi abbiamo incrociato in 55 anni di vita. E non stiamo «proiettando su di lui le nostre caratteristiche» – come talvolta egli scrive, imitando il nostro stile – ma stiamo semplicemente chiamando le cose con il loro nome.
Sfidiamo chiunque a non definire stupido un tizio capace di scrivere frasi come, «Mozart e Beethoven erano venduti a Lucifero» oppure di affermare che un dato brano musicale sarebbe «rubato», solo perché contiene due o tre note presenti anche in un altro brano (totalmente diverso).
Il cristiano immaginario fa sempre confusione, essendo stupido come un posacenere.
La cosa più divertente – oltre che imbarazzante – è che egli si pone sempre come se avesse «smascherato» cose «nascoste», mentre in realtà quelle cose sono plateali e volute e alla luce del sole! È evidente, che noi abbiamo utilizzato un frammento di Heartbreaker, per comporre Pleonastico ma questo non significa che abbiamo «rubato il brano»! Il brano dei Lz include mille altre cose che noi abbiamo ignorato: la voce, la parte di basso, i ritornelli, le strofe, la forma del brano nel suo insieme eccetera! Noi abbiamo solo sfruttato un piccolo frammento del riff iniziale e l’abbiamo utilizzato come materia grezza per i nostri esperimenti ritmici, i quali non hanno nulla a che vedere con il brano Heartbreaker. Il risultato è una cosa totalmente diversa e nostra.
Il fatto che un utente anonimo (e maleducato) sia passato a commentare sentenziando che «il brano fa schifo» (si sa che i commentatori commentano sé stessi) non ha alcuna importanza, poiché descrive unicamente quell’utente e non certo la nostra musica. Il finto cristiano sordo ha deciso che quel commento di un utente anonimo era «la verità» ma di fatto era solo la verità circa l’utente in questione (e comunque, la verità non esiste).
La mania del cavaliere di Zio per gli screenshot e per l’archiviazione di tutto ciò che ci riguarda è davvero inquietante, oltre che vomitevole e in perfetta linea con la sua comprovata (e probabilmente ereditaria) natura di criminale, di psicopatico, di spione, di diffamatore e di infame.
Evidentemente, lo spione storpio non si rende conto che il ritmo è parte integrante e importantissima del linguaggio musicale e che un riff trasformato ritmicamente, non è più quel riff ma è Un’Altra Cosa. E anche se fosse – per assurdo – la stessa, identica cosa… la giurisprudenza afferma che «la parziale assonanza tra due composizioni musicali, casuale e limitata a poche battute, esclude che tra esse vi sia plagio.»
Insomma, il ritardato vendicatore dovrebbe capire che «rubare un brano» e «rubare tre o quattro note» Non Sono La Stessa Cosa! Il concetto è semplicissimo e potrebbe capirlo anche una scimmia raffreddata.
C’è chi crea e c’è chi fa screenshot delle creazioni altrui.
A ciascuno il suo, secondo la propria natura.
La cosa veramente impressionante è che l’aborto umano che inquina la Terra sin dal 1994, è convinto che noi «lo staremmo diffamando», quando noi non abbiamo mai scritto né il suo nome né il suo cognome né il suo soprannome: il nulla più assoluto, mentre egli – a differenza nostra – da due anni, pubblica articoli che includono il nostro nome, il nostro cognome e i link necessari per trovarci, associando il tutto a presunte (e inesistenti) violazioni, presunti (e inesistenti) plagi e al suo cavallo di battaglia: le nostre famose richieste di rimozione video del 2020-22, che non interessano a nessuno e che sono state tutte ritirate da tanto tempo.
In sostanza, egli percepisce la realtà esattamente alla rovescia, poiché vede violazioni laddove esse non esistono e al contempo non le vede laddove esse sono abbaglianti come un’insegna pubblicitaria.
Il fatto che egli si arrampichi sugli specchi, affermando che «si limita a riportare i reati altrui», è solo una prova ulteriore della sua disperata demenza, poiché il reato di diffamazione aggravata consiste esattamente in quello che egli chiama stupidamente «riportare le violazioni altrui» e che di fatto coincide con l’atto di ledere la reputazione altrui pubblicamente.
L’unica domanda che ci poniamo è: esistono davvero idioti di questo calibro?
Sembra una barzelletta ma è tutto vero! Il diffamatore che dà del diffamatore ai diffamati esiste davvero!
L’aspetto più commovente è che nonostante il suo odio impotente nei nostri confronti, egli continua a imitare il nostro stile, sin dal 2018. Ogni volta, scopriamo qualche nuova parola o locuzione che egli ha preso in prestito da noi: da «codesto» a «chiamo le cose con il loro nome» ad «albo» eccetera.
D’altra parte, fino al 12 agosto 2021, egli ci chiamava «fiore raro» e definiva la nostra musica «tesoro sepolto.»
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