1. Coloro i quali accusano gli altri di essere falsi e incoerenti, pur avendo dimostrato in modo indiscutibile e definitivo di essere gli unici e soli falsi e incoerenti, laddove gli accusati rimangono invece perfettamente veri e coerenti. Fenomeni assurdi e paradossali. 2. Coloro i quali si ostinano a vedere tutto alla rovescia. 3. Coloro i quali continuano a credere – e affermare – che Tizio «ce l’abbia con loro», mentre in realtà Tizio prova gratitudine e gioia infinite e ha scritto mille volte che sarebbe disposto anche a pagarli per l’enorme favore che gli hanno fatto togliendosi dai testicoli. 4. Coloro i quali hanno bisogno di credere che ci sia un signore chiamato «Dio» che penserà a «risolvere i problemi del mondo». 5. Coloro i quali sono convinti che io «ci sia rimasto male» quando essi hanno cancellato i loro imbarazzanti video e commenti (13 agosto 2021), nonostante io abbia ripetuto migliaia di volte che sono scoppiato a ridere (di pietà). Curiosi fenomeni di ostinazione estrema nel voler vedere la realtà alla rovescia. Il singolo October 15, 2002 (2018) rappresenta la mia prima produzione musicale solistica dai tempi di Improvised Music for Piano (2008). In verità, c’era stato un terzo albo di musica pianistica improvvisata (realizzato nel 2013) ma per qualche ragione esso fu eliminato. Si intitolava Piano Craft ed era costituito da due lunghe improvvisazioni registrate a Scordia nell’aprile del 2013. Il 1° gennaio 1991, accettai improvvisamente – e totalmente – l’idea frippiana secondo cui «la musica è l’esibizione» (idea che da molti anni non condivido più). Una settimana dopo, mi esibii al Mvai Club (Catania) per un guitar solo totalmente improvvisato. Avevo ventidue anni. In quel periodo, mi illudevo di «rispondere alla musica» ma in realtà mi limitavo a tirare fuori le mie idee: sia componendo sia improvvisando (l’improvvisazione è una forma di composizione estemporanea e meno accurata).
5. Il fatto che in Tizio c’era «un gelido e siderale vuoto nella mente» quando egli era ateo (cioè, quando egli era normale), non vuol dire che le cose funzionino così anche per gli altri atei. 6. La natura è incomprensibile e intelligente e immensa e oscura e non vi è alcuna ragione per sostituirla con l’immaginario «Dio» e con il suo presunto «amore». C’è forse «amore», nel leone che sbrana la gazzella o nei terremoti che uccidono centinaia di persone in pochi secondi? 7. È ovvio che, ciò che sentiamo dentro di noi è vero e profondo ma questo vale per tutti: atei, sedicenti cristiani, maomettani, belli, brutti, ricchi, poveri eccetera – mica è un privilegio dei sedicenti cristiani! 8. Non esiste il minimo collegamento fra l’essere atei (cioè normali) e il «voler negare tutto»: nessuno nega niente! 9. Ognuno ha i suoi motivi per vivere e comunque lo scopo della vita è la vita stessa. Nessun gatto o albero o leone risponderà mai alla stupida domanda: «Per quale motivo hai vissuto fino ad oggi?». 10. Volere forzatamente ricondurre tutto all’immaginario «Dio» è l’esatto opposto di «pensare».
Chi sono i veri deboli?
Sono quelli che praticano la rinuncia (da essi definita ipocritamente «autocontrollo») e che dicono di no alla vita, arrogandosi la ridicola pretesa di stabilire che cosa sia giusto e che cosa sia sbagliato e tirando in ballo concetti tragicomici quali il «peccato» e la «morale». In sostanza, sono quelli sconfitti dal più grande dei vizi: il cristianesimo. Il forte dice di sì alla vita e non rinuncia: questo fa di lui un’eccezione rispetto agli uomini deboli e rinunciatari e vili. Dove si misura la vera forza e la potenza di un individuo? Nel fare a meno di un senso, nel non rinunciare alla vita (come fanno invece i sedicenti cristiani) ma soprattutto nella capacità di creare. In questo senso, Ludwig van Beethoven (1770-1827) è stato uno degli uomini più forti di tutti i tempi, mentre il cavaliere di Zio è uno degli esseri più deboli di tutti i tempi. Senza il corpo, la mente non esiste (essa è solo una parte del corpo stesso). La «moralità», la «giustizia», l’«autocontrollo», la «bontà» e l’«altruismo» sono «virtù» fin troppo false e immaginarie, per essere prese sul serio da uomini veri. Esse possono andare bene per il decadente sconfitto dal terribile vizio del «cristianesimo» ma non per lo spirito libero, che ride di queste sciocchezze.
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