29 June 2023

Chi non è stoico non è patetico, bensì forte e libero da qualsiasi limite morale o etico.

Piccolo promemoria per ritardati
1Heraklera (2022) non è una copia di Money (1972) ma un brano totalmente diverso, pur contenendo un minuscolo frammento presente in Money.
2. The Great Pig in the Sky (2022) non è una copia di The Great Gig in the Sky (1973) ma un brano totalmente diverso, pur contenendo un minuscolo frammento presente in The Great Gig in the Sky.
3. Pathos Kasus (2022) non è una copia di Shine On You Crazy Diamond (1974) ma un brano totalmente diverso, pur contenendo il celebre – e patetico – Syd’s Theme, che il grasso uomo d’affari dedicò al disgustato Barrett, sei anni dopo avergli rubato – a tradimento – il posto di chitarrista nei suoi (di Barrett) Pink Floyd.
4. Il sacrificio patetico (2023) non è una copia di Wish You Were Here (1975) ma un brano totalmente diverso, pur contenendo una piccola manciata di note presenti in Wish You Were Here.
Se noi decidessimo – in un momento di follia o di demenza – di cambiare il nostro nome (quello scelto dai nostri genitori) e di chiamarci Geronimo o Alan o altro… comunque, non nasconderemmo il nostro nome precedente! Se noi tenessimo gelosamente nascosto il nostro primo nome e ci rifiutassimo di svelarlo, questo significherebbe semplicemente che noi saremmo dei vigliacchi, esattamente come nel caso in cui ci ostinassimo a tenere sempre nascosta la nostra faccia.
Naturalmente, non è il nostro caso ma esistono soggetti che fanno esattamente questo, per di più con l’aggravante che invece di riconoscere la propria palese codardia, preferiscono raccontarsi – e raccontare – che «non vogliono essere schedati come le pecore.» Come se tutti gli uomini che hanno mostrato la propria faccia e il proprio nome nel corso della storia fossero «schedati come le pecore»!
Si chiama disonestà e rappresenta l’ingrediente magico che peggiora ulteriormente la già pessima condizione dei vigliacchi, degli infami, degli omuncoli eccetera, i quali sono diffusissimi e rappresentano la parte peggiore della specie umana.
Ogni riferimento all’autore anonimo del «brano» Frie-dick Nietshit (2022) è puramente casuale.

William Orbit (*
1956) è un musicista e produttore discografico britannico.
Noto per aver prodotto l’albo Ray of Light (1998), di Madonna. Ha prodotto l’albo 13 (1999), dei Blur e ha re-missato alcune canzoni presenti nell’albo. Dopo il successo ottenuto con Madonna, ha lavorato con Melanie C delle Spice Girls per il suo primo albo solista Northern Star

Waxwork - Benvenuti al museo delle cere
 è una pellicola dell’orrore del 1988, diretta da Anthony Hickox. La pellicola è stato distribuita in Vhs con il titolo Illusione infernale e in Dvd con il titolo Waxwork - Il museo delle cere è arrivato in città.
Secondo Rudy Salvagnini, la pellicola è innovativa, perché può contare su vari episodi dell’orrore collegati tra loro in maniera funzionale, a differenza delle tante pellicole dell’orrore di generazioni precedenti – in cui ogni episodio è una storia a sé. La stessa scelta dell’ambientazione – un museo delle cere nel quale ci si può perdere ritrovandosi in altre dimensioni spazio-temporali – risulta innovativa e dona lo stato di tensione necessario alla trama. 
Il problema principale sarebbe il tono a tratti comico che il regista ha voluto imprimere alla pellicola, non rendendola né particolarmente divertente né particolarmente spaventosa. A questo difetto si aggiungono alcune scene particolarmente cruente, che si staccano dall’impianto generale della pellicola.

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