30 June 2023

Senza «Dio», i deboli e i malati si sentono dolorosamente soli e la vita per loro si fa insopportabile. Questi, infatti, proprio a causa della loro debolezza, avvertono la necessità di trovare un senso all’esistenza e lo trovano in «Dio», in un aldilà dove la loro misera condizione si trasformerà in un’appagante riconciliazione con «Dio» stesso. Tuttavia, è proprio la capacità di fare a meno di un senso, che determina la forza di un individuo. Il più forte accetta e dice sì anche alla verità più tremenda, anche a quella che dice che non esiste alcun dio, alcuna vita futura, alcun principio morale assoluto e inattaccabile. Alla fine, lo scherzo di natura (*1994) non è riuscito a portare a termine la sua «doverosa e piacevole» missione di «renderci inermi sul web». La sua famosa impotenza non gliel’ha consentito. Noi ricordiamo (con immutato divertimento) di quando egli è passato – da un giorno all’altro – al definirci «senza alcun talento», mentre fino al giorno prima ci scriveva, privatamente, «Tu spicchi per il tuo talento.» Come potremmo, dimenticare cose così esilaranti? È da due anni che le risate sono garantite, grazie alle divertenti manifestazioni di quel contenitore ambulante di sangue guasto.
Il 3 luglio, un certo Giulio ci invierà un pacco al quale teniamo molto.
Nel brano Il sacrificio patetico (2023), abbiamo utilizzato un cembalo virtuale al quale abbiamo tolto gli effetti già presenti in esso. Dopodiché, abbiamo operato una nostra equalizzazione (totalmente diversa da quella che c’era prima) e abbiamo aggiunto distorsione, compressione e ritardo (lo Space Echo Re-201 della Roland).
Da qualche tempo, abbiamo sviluppato una certa antipatia per i riverberi e preferiamo i ritardi. Il 30 maggio scorso, l’aborto umano ha scritto, commentando il suo «brano» Nazistello Di Porenzo (2023): Questo mio breve brano strumentale è ispirato a un […] che ha danneggiato e chiuso ben sette canali di YouTube Ancora una volta, sorge spontaneo il divertito – e disgustato – ricordo dei suoi messaggi privati (roba del 2021, soprattutto), in concomitanza con ogni singola chiusura di qualche canale YouTube: Hai fatto benissimo e hai tutta la mia approvazione, amico. È veramente impressionante, notare come questo scherzo di natura continui ancora oggi a tirare in ballo eventi che risalgono a due anni fa e che non interessano a nessuno (nemmeno a coloro i quali hanno subìto la chiusura del loro canale). Poco dopo, egli ha tirato fuori un altro dei suoi «cavalli di battaglia»: quello, cioè, del vedere «musica copiata» laddove c’è musica perfettamente originale, specie quando essa prende le mosse (occasionalmente) da frammenti altrui, sviluppati in modo alternativo e personalissimo. (In questo caso, il suo problema è quello di soffrire simultaneamente di sordità, di allucinazioni auditive e di abissale ignoranza in campo musicale…) Infine, egli ha concluso con un involontario complimento alla nostra persona, insieme a una descrizione accurata della propria debolezza: Il forte crea e attacca; il debole ruba, storpia e rosica.
Infatti, noi abbiamo creato e attaccato in diverse occasioni, mentre egli ha solo storpiato e «rosicato» (la sua parola preferita)… basti osservare le sue «creazioni», i cui titoli sono tutte storpiature del nostro nome: Zimbello Di Porenzo (2022), Zitello Di Gonzo (2022), Nazistello Di Porenzo (2023) eccetera: meravigliosi esempi di impotenza, infantilismo, banalità, volgarità eccetera – tutta roba indegna di un uomo.
A proposito: rubare (in musica) non è affatto da deboli ma da
veri compositori, come i più grandi compositori (Stravinskij, Bartók, Beethoven eccetera) hanno sempre sottolineato… ma questi sono concetti troppo sottili per un perfetto imbecille come «l’Achille cristiano». Dimenticavamo un’altra spassosissima frase del cristiano immaginario: Un perfetto perdente senza talento non crea la musica propria, bensì la ruba dagli altri. Quindi, secondo questa caricatura umana, tutti i compositori della storia (da Bach a Ligeti, da Mozart a Zappa eccetera) erano dei «perfetti perdenti senza talento», poiché hanno sistematicamente utilizzato frasi altrui, temi altrui, armonie altrui, soggetti altrui eccetera, trasformandoli in roba totalmente diversa. Bisognerebbe inventare una nuova parola, per poter esprimere in modo adeguato il livello gigantesco di demenza raggiunto da questo sfortunatissimo esperimento genetico dal cervello non pervenuto.

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