22 June 2023

Secondo te, come mai l’autore di Marcellina, Come Ti Senti? (2022) e di Marciolla Fashion In Motion (2022) si è preso la briga di modificare – nel titolo dei suoi «brani» – il genere della persona alla quale esso si ispirava?
Non mi intendo di queste faccende delicate ma è evidente che l’autore ha voluto proiettare al suo esterno un suo problema intimo, forse per esorcizzarlo e sublimarlo. 
Quale problema?
Questo non lo so ma generalmente queste operazioni ambigue tradiscono il sentirsi a disagio nel proprio corpo. È come se io prendessi Alessandro Magno e lo trasformassi in «Alessandrina» o come se io prendessi Mario Rossi e lo trasformassi in «Mariolina». Potrei farlo solo se dentro di me mi sentissi una piccola donna, altrimenti non si spiegherebbe.
Forse, allora, dovremmo riferirci a quella strana creatura come l’autrice, più che l’autore?
Non saprei: non sono così presuntuoso e superficiale da appioppare etichette arbitrarie sul genere delle persone ma la tua domanda ha senso, specie considerando l’ossessiva insistenza del soggetto
sulla presunta importanza primaria delle emozioni «sopra tutto il resto». 
Stai per caso criticando le donne?
Certo che no! Io adoro le donne e non le cambierei di una virgola.
Altri esempi di codeste, strane iniziative da parte della misteriosa creatura in questione?
Talvolta, il paziente utilizza parole come «canaletto», «musichetta» e «motoretta» in luogo di canale, musica e motocicletta, tradendo – ancora una volta – la sua condizione personale.
Quale condizione?
In questo caso quella di ometto, piuttosto che uomo.
Certo, non dev’essere facile, per codesta creatura…
Be’, se consideri che esso è pure vittima di concetti tragicomici quali «il peccato»… 
No!
Sì.
Suggerisco un decoroso silenzio.
Concordo.

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