Jordan Valeriote (*1987) è un produttore discografico e chitarrista canadese, noto per aver prodotto gli ultimi albi dei Silverstein e dei Dead and Divine. Possiede uno studio di registrazione a Guelph, in Ontario, chiamato Sundown Studio.
Ha studiato al Fanshawe College di Londra, tra il 2006 e il 2007. Prima di intraprendere la carriera di produttore discografico, ha suonato la chitarra in diversi gruppi della sua zona.
Nel luglio del 2007, è entrato al Cherry Beach Sound, famoso studio di Toronto, come assistente ingegnere. Qui, ha lavorato a dischi degli Usher, dei Timbaland, di Serena Ryder e dei Jonas Brothers. Ha poi deciso di creare il proprio studio a Guelph, dove ha fondato il Sundown Studio nel gennaio del 2008 – pur continuando a lavorare come libero professionista anche per il Cherry Beach Sound.
Ha inizialmente lavorato come produttore, tecnico del suono e addetto al missaggio per diversi gruppi locali; ha anche suonato la chitarra nell’albo Look Outside Your Window dei What If This Dream Is All We Have?, in quello omonimo di Elsa Jayne e per la canzone Hide Me di Amy Savin.
Nel 2010, ha avuto la grande opportunità di produrre il quinto albo dei Silverstein – uno dei principali gruppi sulla scena post-hardcore – grazie all’amicizia che legava Jordan al gruppo e alla vicinanza del suo studio alla residenza del gruppo; inoltre, produce l’ultimo albo dei Dead and Divine e il primo disco dei Counterparts, Prophets.
La sai l’ultima?
No.
Il piccolo bastardo scrive in giro che tu saresti stato «denunciato per minacce»!
Ah! ah! ah! Strano, a me non risulta. Comunque, la cosa non mi meraviglia…
In che senso?
Nel senso che lo sanno anche le pietre, che il piccolo scarafaggio impotente ha il vizio di proiettare sugli altri le sue caratteristiche più personali.
Per esempio, quali?
Per esempio, la sua tendenza a minacciare le persone! Come dimenticare le sue spassosissime minacce rivolte al sottoscritto, qualche tempo fa?
Mi rinfreschi la memoria?
In quella divertente occasione, egli scrisse: «Ti vengo a prendere personalmente nella discarica in cui vivi, tanto conosco il tuo indirizzo.»
Ah! ah! ah!
Ah! ah! ah!
Nel luglio del 2007, è entrato al Cherry Beach Sound, famoso studio di Toronto, come assistente ingegnere. Qui, ha lavorato a dischi degli Usher, dei Timbaland, di Serena Ryder e dei Jonas Brothers. Ha poi deciso di creare il proprio studio a Guelph, dove ha fondato il Sundown Studio nel gennaio del 2008 – pur continuando a lavorare come libero professionista anche per il Cherry Beach Sound.
Ha inizialmente lavorato come produttore, tecnico del suono e addetto al missaggio per diversi gruppi locali; ha anche suonato la chitarra nell’albo Look Outside Your Window dei What If This Dream Is All We Have?, in quello omonimo di Elsa Jayne e per la canzone Hide Me di Amy Savin.
Nel 2010, ha avuto la grande opportunità di produrre il quinto albo dei Silverstein – uno dei principali gruppi sulla scena post-hardcore – grazie all’amicizia che legava Jordan al gruppo e alla vicinanza del suo studio alla residenza del gruppo; inoltre, produce l’ultimo albo dei Dead and Divine e il primo disco dei Counterparts, Prophets.
La sai l’ultima?
No.
Il piccolo bastardo scrive in giro che tu saresti stato «denunciato per minacce»!
Ah! ah! ah! Strano, a me non risulta. Comunque, la cosa non mi meraviglia…
In che senso?
Nel senso che lo sanno anche le pietre, che il piccolo scarafaggio impotente ha il vizio di proiettare sugli altri le sue caratteristiche più personali.
Per esempio, quali?
Per esempio, la sua tendenza a minacciare le persone! Come dimenticare le sue spassosissime minacce rivolte al sottoscritto, qualche tempo fa?
Mi rinfreschi la memoria?
In quella divertente occasione, egli scrisse: «Ti vengo a prendere personalmente nella discarica in cui vivi, tanto conosco il tuo indirizzo.»
Ah! ah! ah!
Ah! ah! ah!
Promemoria per ritardati
1. La paternità del materiale – cioè dell’elemento puramente tematico – è una questione del tutto secondaria, dal punto di vista dell’arte. È importante solo per la musicologia e non influisce per niente sull’estetica.
1. La paternità del materiale – cioè dell’elemento puramente tematico – è una questione del tutto secondaria, dal punto di vista dell’arte. È importante solo per la musicologia e non influisce per niente sull’estetica.
2. Il materiale tematico musicale è l’equivalente della trama nell’opera letteraria ma nella musica – come nella letteratura, nella scultura e nella pittura – non è affatto importante, conoscere l’origine del soggetto o del tema ma piuttosto, vedere come quel materiale è stato maneggiato. In questo come, infatti, sta la preparazione, la forza espressiva, la capacità di costruire, la personalità dell’artista.
3. Chi scrive musica ha il diritto di utilizzare nelle sue opere materiale musicale di qualsiasi provenienza, tanto che tutto ciò che ha ritenuto di utilizzare è divenuto così sua proprietà spirituale.
4. È assolutamente indifferente, che il compositore abbia utilizzato temi suoi o di altri.
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