22 October 2023

Che ore sono?
Le otto e quarantaquattro.
Come ti senti?
Al di là del bene e del male.
Tornando al collezionista di screenshot dilorenziani, qual è la cosa che più ti fa ridere?
È difficile rispondere, poiché quasi tutto ciò che egli scrive è ridicolo, illogico, incoerente, patetico, contraddittorio eccetera.
Qualche esempio?
Egli afferma di «non essere minimamente interessato al fatto che un determinato artista musicale sia famoso oppure no» ma al contempo cerca di screditare i musicisti sconosciuti, usando come «arma», appunto, il fatto che essi «sono seguiti solo da poche persone o dai familiari» eccetera, come se questo potesse incidere in qualche modo sulla qualità della musica (di cui comunque egli non capisce nulla).
Che altro?
Egli sentenzia circa l’«altezza» dei musicisti, ponendosi come giudice e facendo affermazioni infantili e aberranti come, «Tizio non sarà mai all’altezza di Caio» eccetera, laddove qualsiasi persona normale si limiterebbe a dire, «Io preferisco Tizio a Caio.» Una delle sue frasi più tragicomiche è la seguente: «
Barrett se la sognava roba eccelsa e di valore come Echoes e Shine On You Crazy Diamond, canzone che fu dedicata proprio a lui. Non mi sorprende il fatto che i piccoli e gli sterili lo esaltino e lo considerino migliore di un gigante come Gilmour.» Ah! ah! ah! ah! ah! Perché egli non si limita a dire che preferisce Tizio a Caio, invece di avere la pretesa di stabilire chi sia «eccelso» e chi sia «piccolo e sterile»?
Egli è fatto così. Vede ovunque «piccoli e sterili», come se tutto il mondo fosse un gigantesco specchio e tutti fossero come lui – e cioè, appunto, piccoli e sterili.
Che altro?
Uno dei suoi più divertenti cavalli di battaglia è il suo insensato e ridicolo pregiudizio contro la programmazione musicale (di cui ovviamente non sa un cazzo), che lo porta ad affermazioni esilaranti come la seguente: «
Programmare un brano è come far disegnare un proprio disegno ad un altro – in tal caso un programma che si occupa di eseguire un determinato brano. Non vi è alcuna bellezza né grazia né forza né gusto nel fare ciò.» In realtà, programmare non significa affatto «fare eseguire a…» ma eseguire in prima persona, solo che si tratta di un’esecuzione che non avviene in tempo reale ma prima. D’altra parte, quando ascoltiamo musica registrata avviene la stessa cosa: stiamo ascoltando una cosa che è stata fissata in precedenza, stiamo permettendo al nostro lettore Cd o al nostro programma di ascolto o a qualsiasi altro mezzo di eseguire qualcosa. Tra l’altro, egli non si rende conto che molti dei suoi amati dischi contengono parti programmate, oltre che parti registrate. Egli scrive: «Una delle cose più belle della musica è creare e comporre un proprio pezzo e poi suonarlo.» Non si rende conto che è altrettanto bello «
creare e comporre un proprio pezzo e poi programmarlo», anzi è ancora più bello, perché – come scrisse Zappa (uno dei più grandi geni del Xx secolo): «Se ami la musica e vuoi scrivere una partitura e poi premere un pulsante per ascoltarla immediatamente, allora hai bisogno di una macchina del genere» (con riferimento alla prima Daw della storia)… ma queste sono esigenze da veri musicisti, appunto, non da piccole nullità che si limitano a sentenziare su cose più grandi di loro.
Torniamo alle divertentissime affermazioni del piccolo criminale…
Sì. A un certo punto, il disadattato sentenzia: «
I veri creativi non hanno affatto bisogno dell’ispirazione per creare, bensì sono essi stessi a decidere quando creare e come farlo (in ogni campo: dalla musica all’arte), mossi dalla loro concreta intenzione e dalla loro forte emozione che li guidano.» Ah! ah! ah! ah! ah! Che cazzo vuol dire? E che ne sa dei veri creativi, considerando che non ha mai creato nulla? E dove cazzo è scritto che sia l’emozione a guidare la creazione? Aspetta, non ho finito! Poi, egli scrive: «Essi non hanno alcun bisogno di ricercare in giro la fonte da cui trarre l’ispirazione, magari rubando da altri, oppure seguendo un determinato schema o modus operandi utilizzato da altri nella realizzazione delle opere, adattandosi ad esso e non decidendolo o magari inventandolo da soli, con uno stile proprio e unico.» Ah! ah! ah! ah! ah! Qui, il tennista giudice è riuscito in un colpo solo a condannare: i) qualsiasi artista che abbia provato a sviluppare idee altrui (cioè tutti); ii) qualsiasi artista che abbia usato schemi (cioè tutti); iii) qualsiasi artista che abbia utilizzato dei modus operandi (cioè tutti). Ah! ah! ah! Siamo veramente ai confini della demenza umana! Ti prego, continua! Sì. A un certo punto, il nemico dei musicisti emette una sorta di comandamento circa il modo giusto in cui si deve creare, quindi scrive: «Tutto comincia da una sola parola detta oppure da un’immagine o da un ricordo visto nella mente; dopodiché, nasce tutto il resto, concretizzandosi progressivamente oppure di colpo nel pensiero creativo di colui che imprime su carta, su tela oppure in musica la propria espressione personale e il suo essere.» Ah! ah! ah! ah! ah! Come se esistesse un solo modo di fare le cose: il modo approvato dal tennista sordo! Qualsiasi altro modo è da condannare! Ah! ah! ah! ah! ah! Già… infatti, egli conclude con una frase lapidaria: «Forzare l’ispirazione è segno di debolezza e di infertilità creativa.» Ah! ah! ah! ah! ah! E chi è che stabilisce se e quando l’ispirazione sarebbe «forzata»? Se a Tizio viene spontaneo e naturale prendere un riff di Caio e trasformarlo in qualcosa di totalmente diverso e creativo, allora Tizio è «debole e infertile»?
Be’, è evidente che qui l’unica cosa debole e infertile è la mente di questo pagliaccio, abituato a parlare/scrivere di quello che non sa fare. Una storia vecchia quanto il mondo…
Già. Concludiamo in bellezza?
Certo. La scimmia specializzata in punizioni illegali scrive: «Una caratteristica dei criminali è il fatto che essi negano l’esistenza del bene e del male, volendo cancellarli e rendere così lecita ogni loro azione – il loro desiderio malato e sbagliato alla base di questa follia.» Che ne pensi? Un’ennesima sciocchezza infantile. La versione corretta è: «Una caratteristica dei criminali è quella di compiere azioni criminali, come ad esempio quella di pubblicare articoli diffamatori senza nascondere il nome e il cognome delle persone diffamate.» Negare l’esistenza del bene e del male non è follia ma saggezza, poiché la vita e la natura non conoscono codesto pregiudizio. L’unica differenza che conta è quella tra spiriti liberi e spiriti vincolati. Ovviamente,
gli spiriti liberi sentono il bisogno di liberarsi di queste sciocchezze contrarie alla vita, mentre gli spiriti vincolati sentono il bisogno di mantenere saldo il loro vincolo.
Grazie. Di nulla.

No comments:

Post a Comment

Via Marano deriva direttamente da marrano, il modo in cui erano chiamati gli ebrei convertitisi al cristianesimo; via Gisira, invece, prende...