25 June 2024

L’imbarazzante espressione, «Tutto è vanità» è una delle più false e contrarie alla vita in assoluto ed è tipica di chi ha rinunciato alla vita, per concentrarsi su un’immaginaria «altra vita» che non è mai esistita e mai esisterà.
In realtà, niente è vanità: ogni singolo istante di questa meravigliosa vita è di importanza suprema… ma non per chi ha perso la partita sin dalla nascita – magari per problemi di cattivo sangue – e non ha altra speranza che la menzogna dell’«altro mondo» (immaginario), avendo fallito in questo.
Essa rappresenta la bugia per eccellenza ed è facile che sia espressa da bugiardi professionisti, abituati a dire tutto e il contrario di tutto e a vantarsi delle proprie menzogne, essendo totalmente, disperatamente incapaci di verità o di concretezza e persino di operazioni embrionali come quella di mostrare il proprio nome o la propria faccia.
Generalmente, la bugia in questione si accompagna a bugie analoghe quali «l’eternità», l’«altruismo» e il «peccato».
Noi uomini sinceri ringraziamo il fato per non averci fatto come costoro. Preferiremmo morire, piuttosto che ridurci a scrivere puttanate in rima come fa il nemico del mondo (*1994), incapace di argomentare una qualsiasi cosa e traboccante di veleno sin da quando è stato evacuato, nel 1994.
A proposito: scriviamo «1994» non perché crediamo alle sue parole – prive di qualsiasi peso – ma semplicemente perché il nostro istinto ci suggerisce che l’evacuazione di codesto omuncolo anonimo è avvenuta proprio quell’anno, in concomitanza con la pubblicazione del trascurabile albo di Davide, Riccardo e Nicola.
Lunga vita all’ex fumettista!

I nobili sono fieri della propria sincerità; i plebei si compiacciono delle proprie menzogne.
La disuguaglianza domina e guai se così non fosse.
In casi particolarmente ripugnanti, i plebei agiscono anonimamente, il che rende inconsistente ogni azione, ogni parola, ogni gesto proveniente da loro.
Noi artisti lasciamo il segno; i plebei anonimi sono immersi nell’oblio molto prima che la morte fermi il loro minuscolo cuore.

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