Come vedi, la matematica?
Come una sorta di fucina, dalla quale si possono ottenere risultati profondi.
In base a cosa crei?
In base alle sonorità che ho a disposizione.
Come vedi la musica orchestrale?
Penso a dense strutture accordali, ambiguità tonale, dissonanze, ritmi complessi, bruschi cambiamenti armonici o strutturali, parodie della cultura popolare, parodie delle norme orchestrali convenzionali…
Roba incoerente?
No.
Perché, «no»?
Perché l’approccio alla composizione è intenzionale e ordinato. La coerenza è garantita dall’interdipendenza tra micro strutture e macro strutture stratificate.
Qual è la domanda più importante, in relazione a una melodia?
La domanda più importante è: «Questa cosa, quando accade?»
Come fai a mantenere la coerenza, nella musica cromatica che non sia sostenuta da costruzioni matematiche definitive o da narrazioni decise?
Bella domanda. Io direi: ingegnandomi in forme particolari di ripetizione.
Che cos’è, la musica?
Una decorazione, una colorazione della porzione di tempo utilizzata.
In un pezzo cromatico, come si fa ad avere controllo e coerenza?
Un fattore importante è la formazione di accordi con distanze intervallari stabilite a priori.
Stiamo parlando di soluzioni pratiche al problema del potenziale vicolo cieco in cui ci si può trovare, avendo a che fare con la musica cromatica?
Sì.
Strutture consecutive di intervalli fissi e accordi stabiliti in precedenza…
Sì.
Mi fai un esempio di ingegno?
Manipolare le proprie risorse musicali, riciclando continuamente il materiale, nel modo più creativo.
Ti capita, di trasporre?
Certo.
Ti piace l’idea di utilizzare… temi non correlati che si susseguano liberamente?
Sì.
In passato, la rifiutavi…
Temevo che questo potesse minare il senso di unità e la coerenza generale ma mi sbagliavo. La visione dell’insieme permette di fare ciò che è necessario, affinché le cose più scollegate si amalghino tra loro.
Ti piace il brano (da non confondere con l’albo) The Grand Wazoo?
Molto.
Ti consideri un astuto uomo d’affari?
No.
Perché?
Se fossi un astuto uomo d’affari, avrei fatto qualcos’altro – che mi avrebbe fatto guadagnare molti più soldi.
Sei d’accordo con l’idea secondo cui, ogni progetto farebbe parte di un oggetto più grande?
Sì.
Come la vedi?
Uno scrittore inventa un personaggio. Se il personaggio funziona, assume una vita propria. Perché, codesto personaggio dovrebbe prendere parte a un solo evento? Egli potrebbe spuntare in qualsiasi momento, in un racconto futuro. Allo stesso modo, temi melodici, parole insignificanti e immagini possono riapparire in qualsiasi singolo musicale, commento, video eccetera.
Per quale motivo?
Per unificare la collezione.
Una domanda che ti poni, in questo periodo?
Eccola: «Come si incastrano tutte queste cose che non hanno nulla a che fare l’una con l’altra, formando un’assurdità più grande?»
Vedi un parallelo, tra la musica e la scultura?
Sì.
Perché?
La scultura è un mezzo sottrattivo: inizi con più materiale di quello che ti ritrovi quando finisci. Quindi, l’analogia è che la materia prima con cui stai lavorando è… qualsiasi cosa sia nella tua immaginazione. Man mano, elimino quello che non serve.
Come lavori?
In modi diversi.
Che percussioni ti piacerebbe mettere insieme?
Una grancassa, una nacchera, un campanello e un guiro.
23 November 2024
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