19 May 2023

Che ore sono?
Le otto e trentasei.
Secondo te, quali sono le principali caratteristiche del nazista (*1994)?
Incoerenza e disonestà.
Come stai?
Ho un certo dolore al braccio destro (conseguenza dell’incidente del 30 aprile scorso) ma a parte questo, sto bene.
Che cosa cambieresti della tua vita?
Nulla.
Mi diresti il nome di un compositore contemporaneo che ti piace?
Certo: Marcello Di Lorenzo (*1968).
Perché?
Non saprei dirlo. Quello che sento, mi piace e soddisfa il mio orecchio.
E tra i trapassati?
Ludwig van Beethoven (1770-1827), Frank Zappa (1940-1993), Keith Emerson (1944-2016)… ce ne sono diversi.
Che cos’è la boria?
Una parola inventata dagli inferiori, per tentare di screditare i superiori.
Che cosa ne pensi dell’albo Argus (1972)?
Lo trovo imbarazzante.
Un tuo brano di cui sei particolarmente soddisfatto?
Me ne vengono in mente due: Cannizzaro (2023) ed Exposition (2023)…
Sei sempre dell’idea che l’improvvisazione sia inferiore alla composizione?
Sì.
Tuttavia, non ripudi ciò che hai fatto in tal senso, giusto?
Chiaro: amo tutta la mia vita, errori compresi. Il mio albo Improvised Music for Piano (2008) mi piace e lo ascolto volentieri, pur sapendo che oggi, non farei mai una cosa del genere. 
Sei felice?
Sì.
Preferisci gli Ecce Homo o i Police?
Gli Ecce Homo.
Perché?
Li trovo più interessanti, specie considerando che erano solo dei ragazzini di diciannove anni e che erano totalmente diversi dagli altri gruppi di quel periodo (1987-90). 
Secondo te, qual è la cosa più vergognosa e infame che un essere umano possa fare?
Diffamare gli altri – che hanno una faccia e un nome – senza mostrare la propria faccia e il proprio nome.
Che cosa ne pensi, della buffa parola «rosicamento»?
Mi è totalmente estranea (anche perché non esiste, nella lingua italiana) ed è molto utilizzata da soggetti che sono perennemente in preda all’ira, alla rabbia e alla frustrazione, cioè – appunto – a quello che essi definiscono «rosicamento». 
Ti piacciono, gli assoli di chitarra di Zappa?
Non essendo un amante dell’improvvisazione, non li ascolto molto (preferisco la musica orchestrale e quella prodotta sul Synclavier) ma è ovvio che dieci secondi di chitarra suonata da Zappa sono infinitamente più ricchi di dieci anni di chitarra suonata da qualsiasi altro chitarrista rock come – ad esempio – Gilmour o Page. Basta ascoltare una meraviglia come St. Etienne (1982), per averne la conferma. Ovviamente, devi avere le orecchie funzionanti, altrimenti è inutile. 
Quando è stato effettuato, il tuo primo missaggio?
Dal 5 al 6 settembre del 2018.
Di che cosa si tratta?
Si tratta del singolo Fluid String Trio, rilasciato l’11 settembre 2018.
Che cosa ne pensi?
Si poteva fare meglio.

Be’, è stato il tuo primo tentativo!
Già e non dimentico che
finito è meglio di perfetto.
Quanti missaggi hai finito, finora?
Trentadue.
Che cos’è, la scheda audio?
La scheda di espansione dell’elaboratore.
Di che cosa si occupa?
Di elaborare un flusso audio digitale in ingresso, in un segnale analogico o digitale da inviare in uscita a una periferica audio.
A che scopo?
Riprodurre e/o trasdurre codesto flusso in un segnale sonoro percepibile. 
Grazie.
Di nulla.

Erede delle leggendarie Yamaha
Ns-10, la nuova serie Hs a due vie include modelli con woofer da dodici, diciassette e venti centimetri, con tweeter a cupola da due centimetri e mezzo – sia nella finitura nera (ma con l’inconfondibile cono di colore bianco) sia totalmente bianca. La capacità di fornire un ascolto medio credibile a tutti i missaggi è la caratteristica della serie Yamaha, il cui modello più venduto è l’Hs-5.

I diffusori acustici da studio sono progettati specificatamente per applicazioni di produzione audio, con caratteristiche meccaniche ed elettriche adeguate a un ambiente di produzione e/o elaborazione musicale quale uno studio di registrazione, uno studio televisivo, uno studio radiofonico, la modifica di audio/video e in tutti quei casi in cui l’accurata riproduzione di suoni e rumori è di fondamentale importanza. Dovendo funzionare in un ambiente di lavoro, oltre alle doti di fedeltà di riproduzione, un diffusore acustico da studio deve avere un’ottima tenuta in potenza e robustezza meccanica.
Le principali caratteristiche di un diffusore acustico da studio sono:
i) una risposta in frequenza il più lineare possibile;
ii) una localizzazione stereofonica del suono il più precisa possibile;
iii) 
un intervallo di frequenza riproducibile il più ampio possibile;
iv) una risposta ai transienti la più realistica possibile.
Riguardo al primo punto: il diffusore acustico da studio non deve colorare il suono in alcuna maniera.
Possono essere attivi o passivi.  
Possono – inoltre – essere costruiti con la tecnica della sospensione pneumatica. 
Un’ulteriore suddivisione si basa sulla dimensione dell’ambiente a cui i diffusori sono destinati, per l’utilizzo ottimale da parte del fonico, quindi esistono tre tipi di diffusori:
i) quelli per l’ascolto a distanza ravvicinata;
ii) quelli concepiti per stanze di medie dimensioni;
iii) quelli enormi, i quali pesano dai due ai tre quintali e sono presenti nei principali studi di registrazione.

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