23 September 2023

27 dicembre 1963. Il Times definisce Lennon e McCartney «i compositori inglesi più eccezionali del 1963», sottolineando che i loro pezzi «costituiscono gli esempi più estrosi e inventivi dello stile che si è andato sviluppando nel Merseyside negli ultimi anni».
1963. A fine anno, il periodico New Musical Express, a seguito di un sondaggio coi propri lettori, proclama i Beatles il gruppo musicale numero uno al mondo.
26 ottobre 1965. I Beatles sono insigniti dell’Ordine dell’Impero Britannico.
1988. I Beatles sono inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame.
8 giugno 1998. La rivista Time li inserisce tra le 100 personalità più importanti e influenti del Xx secolo, definendoli «la più sorprendente rock ’n’ roll band al mondo».
2004. La rivista Rolling Stone colloca quattro dei loro albi nei primi dieci della lista dei 500 più grandi albi di tutti i tempi.
2004. I Beatles sono ammessi alla Vocal Group Hall of Fame.
Ottobre 2005. La rivista Variety colloca i Beatles in prima posizione fra le 100 più rilevanti icone del Xx secolo.
18 gennaio 2014. La rivista Billboard li pone al primo posto nella classifica dei singoli nella Single Chart americana con venti successi che hanno raggiunto la vetta.
A loro è dedicata una stella nella Hollywood Walk of Fame.
Secondo la Riaa, nessun altro artista ha venduto più albi negli Stati Uniti (178 milioni).

Tuttavia, un importante recensore che nega di essere un recensore, «poiché non lo fa per lavoro», ha
deciso che i Beatles «sono sopravvalutati», quindi è bene rivedere tutte queste informazioni e sostituirle con un lapidario
, «Sono soltanto famosi.»
Ne prendiamo atto, con serenità.
Certamente, metteremo in discussione il nostro apprezzamento per i quattro
sopravvalutati e ci lanceremo in lunghe sedute d’ascolto del geniale albo Hosianna Mantra (1972), laddove la fantasiosa «ascensione in cielo» di quel giovanotto problematico chiamato Gesù di Nazareth (1-33) è stata musicata
tramite alcune noiose improvvisazioni modali di rara staticità e impotenza creativa.

Periodicamente, l’anonimo defecato (*1994) si preoccupa di redigere una breve sintesi scritta della propria, sfortunata condizione e di pubblicarla, tramite internet. Una pratica incomprensibile ma divertente. Ecco un esempio a caso di codesti aggiornamenti:
1. Egli è una vecchia nullità.
2. Egli ha speso decenni della sua vita dietro alla musica, per pubblicare solo spazzatura da due lire e vomitevole, utilizzandola delle volte come mezzo per vendicarsi degli altri e dei rifiuti che ha subito. Basti pensare al brano Frie​-​dick Nietshit (2022), con il quale il poveretto tenta disperatamente di vendicarsi delle verità che il geniale filosofo tedesco espresse circa il «cristianesimo»… oppure, si pensi al brano Zimbello Di Porenzo (2022), tramite cui il gelatinoso eunuco tenta di vendicarsi del rifiuto subìto dal suo amico virtuale Di Lorenzo, il quale lo aveva bloccato ed eliminato, poiché non ne poteva più della sua incredibile stupidità e inferiorità
3. Egli si meraviglia, se qualcuno usa la parola classici per definire dei classici (proprio come faceva egli stesso ma solo fino al 13 agosto 2021).
4. Egli manca sia di cultura sia di qualunque altra dote, tanto da fare decine di grossolani errori di grammatica e pubblicare spazzatura sonora improponibile, senza nemmeno provare vergogna. (D’altra parte, egli non mostra mai né la propria faccia né il proprio nome, quindi si sente al sicuro, nel suo nascondiglio da scarafaggio…)
5. Egli è specializzato nell’infame pratica di fare affermazioni
totalmente false e inventate circa le persone, come ad esempio quando afferma che Tizio avrebbe fatto una data cosa «per rosicamento acuto», laddove invece Tizio ha fatto quella cosa per puro divertimento (o comunque, per ragioni che soltanto
Tizio può conoscere).
6. Egli continua imperterrito a imitare – in tanti modi – gli uomini che vorrebbe screditare e così facendo dimostra la propria confusione, la propria isteria, la propria incoerenza eccetera, già notate da tanta gente che ride da anni di codesto scherzo di natura.
7. Egli è l’apoteosi della debolezza, della vanità e della tragicomicità.

Tutto molto bello.

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