Nel 1999, Arved Ashby ha cercato di dimostrare come Zappa smontasse gli ideali musicali e sociali in rapporto all’orchestra. Ciò si otteneva evitando l’«iper-raddoppio», con la sua intrinseca evocazione del «sublime».
Ashby ha definito il processo di iper-raddoppio, affermando che «funge da fondamento sonoro per il sinfonico e il sublime… ma anche da base sonora per l’astrazione feticistica del lavoro e per la musica orchestrale.»
L’analogia è attinente all’idea marxista di «astrazione dal lavoro», laddove l’elevazione a feticcio della presentazione esteriore è rimossa dal lavoro effettivo.
Il significato implicito è l’esaltazione dell’orchestra, che funziona come un trascendentale idealistico, il che è essenzialmente un concetto della fine del Xviii secolo e dell’inizio del Xix secolo.
Ashby ha illustrato una serie di collegamenti con il processo di iper-raddoppio: psico-acustiche, culturali, stilistiche e socio-economiche… ma il fulcro principale dell’argomentazione era coerente con il marxiano «feticismo della merce». Con questo in mente, l’autore ha esaminato una varietà di attributi orchestrali (o «anti-orchestrali») presenti in alcuni brani zappiani e ha dimostrato il rifiuto delle norme convenzionali, nell’«anti-raddoppio» di Zappa.
In questo contesto, l’«anti-raddoppio» non è l’impedimento del raddoppio in quanto tale ma si distingue per il suo evitare che più strumenti condividano il rapporto all’unisono e all’ottava, il quale personifica la lucentezza del conformismo borghese e la grandiosità dell’orchestra sinfonica. Il raddoppio avviene, invece, in modo meno ortodosso.
La differenza essenziale risiede nella combinazione degli strumenti e nel modo in cui Zappa sfrutta le qualità timbriche di ciascuno di essi, in modo che ogni strumento non sia avvolto acusticamente da numerose sollecitazioni di sé stesso.
Le combinazioni insolite e le caratteristiche individuali degli strumenti creano un’estetica anti-orchestrale.
Ashby afferma: «Questa è musica d’insieme che cerca di riportare l’ascoltatore a una pratica musicale perduta da tempo e a una cultura fondata sul valore d’uso… che cerca di smascherare il lavoro dei musicisti.»
Da qui, l’ulteriore rafforzamento dell’analogia tra astratto e lavoro.
In termini di «anti-orchestrazione», Ashby si riferisce alla pratica zappiana di applicare melodie chitarristiche agli strumenti orchestrali e a come il compositore cerchi di superare alcune delle differenze meccaniche.
25 April 2025
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