1. Il ritardo è definito come la suddivisione di un segnale in
componenti separate, una delle quali è ritardata e quindi
reintrodotta nel segnale originale.
2. L’eco è definito come un ritardo di circa 35
millisecondi, nel quale le rigenerazioni sono ugualmente spaziate tra loro e
nel quale la porzione di rilascio dell’inviluppo del suono è pure
uniforme. A volte si parla di «prime riflessioni», intendendo
la stessa cosa che ho chiamato eco.
3. Il riverbero è definito come un ritardo di meno di 35
millisecondi, nel quale le rigenerazioni sono distribuite in modo casuale e
nel quale la porzione di rilascio dell’inviluppo del suono è pure
casuale. A volte si parla di riflessioni successive, intendendo la
stessa cosa che ho chiamato riverbero.
Sia l’eco sia il riverbero
sono due tipi particolari di ritardo.
1. Il ritardo è in generale ogni
effetto nel quale un suono è ritardato e riprodotto assieme alla
sorgente. Ogni effetto
in cui ci sia un segnale ritardato è un ritardo o è basato su un
ritardo. Sono basati su un ritardo l’eco, il riverbero,
la fase, il flanger.
2. L’eco è un delay in cui il ritardo sia di almeno
35 millisecondi. Questo tempo minimo fa sì che il nostro orecchio riesca a
percepire il suono ritardato come perfettamente distinto da quello
originale. Questo, infatti, è ciò che accade nella nostro esperienza
con l’eco naturale.
3. Il riverbero è invece la riproduzione delle
numerose eco sovrapposte e molto veloci che si verificano in un
ambiente chiuso e ristretto, come può essere una stanza, una
caverna, una sala eccetera. Il riverbero è composto di molte
riflessioni sovrapposte, con tempi di ritardo diversi tra loro e
nessuna di queste supera i 35 millisecondi, cosicchè l’orecchio non percepisce
riflessioni separate ma ha invece la sensazione di una «coda» del
suono diretto.
29 November 2024
24 November 2024
La musica di Varèse enfatizza timbro e ritmo; egli coniò il termine «suono organizzato», in riferimento alla sua estetica musicale. La concezione musicale di Varèse rifletteva la sua visione del «suono come materia vivente» e dello «spazio musicale come aperto, piuttosto che limitato». Egli concepì gli elementi della sua musica in termini di «masse sonore», paragonando la loro organizzazione al fenomeno naturale della cristallizzazione. Varèse pensava che «per orecchie ostinatamente condizionate, qualsiasi cosa nuova nella musica è sempre stata chiamata rumore» e pose la domanda, «Cos’è la musica, se non rumori organizzati?».
Sebbene le sue opere sopravvissute durino insieme solo tre ore, egli è stato riconosciuto come un’influenza da diversi importanti compositori del tardo Xx secolo. Varèse vide il potenziale esistente nei mezzi elettronici, per la produzione sonora e il suo utilizzo di nuovi strumenti e risorse elettroniche lo portò a essere conosciuto come «il padre della musica elettronica» – mentre Henry Miller lo descrisse come «il colosso stratosferico del suono».
Il manifesto dell’Icg (luglio 1921) includeva la dichiarazione: «I compositori odierni si rifiutano di morire. Hanno capito la necessità di unirsi e lottare per il diritto di ogni individuo a garantire una presentazione equa e libera del suo lavoro».
Nel 1928, quando gli fu chiesto del jazz, disse che esso non era rappresentativo dell’America ma piuttosto era «un prodotto negro, sfruttato dagli ebrei. Tutti i suoi compositori sono ebrei», riferendosi agli allievi di Gruenberg e Boulanger – tra i quali, Copland e Blitzstein.
Mentre viveva con suo padre (un ingegnere), Varèse fu spinto ad approfondire la sua conoscenza scientifica all’Institute Technique, una scuola superiore – in Italia – specializzata nell’insegnamento della matematica e delle scienze. Qui, Varèse si interessò in particolare alle opere di Leonardo da Vinci. Fu attraverso l’amore per la scienza, che egli iniziò a studiare il suono, come ricordò in seguito:
Quando avevo circa vent’anni, mi imbattei in una definizione di musica che sembrò improvvisamente gettare luce sui miei tentativi. Józef Maria Hoene-Wroński – il fisico, chimico, musicologo e filosofo polacco della prima metà del Xix secolo – definì la musica come «l’incarnazione dell’intelligenza presente nei suoni». Fu una concezione nuova ed entusiasmante e, per me, la prima che mi fece pensare alla musica come spaziale, come corpi sonori in movimento nello spazio, una concezione che gradualmente feci mia.
Mentre era a Parigi, Varèse ebbe un’esperienza fondamentale, durante un’esecuzione della Settima Sinfonia di Beethoven alla Salle Pleyel. Durante lo Scherzo – forse a causa della risonanza della sala – Varèse ebbe l’esperienza della musica che si rompeva e si proiettava nello spazio. Fu un’idea che gli rimase per il resto della vita e che in seguito avrebbe descritto come «oggetti sonori, fluttuanti nello spazio».
Nei suoi anni di formazione, Varèse fu molto colpito dalla musica medievale e rinascimentale – durante la sua carriera, fondò e diresse diversi cori dedicati a questo repertorio – così come dalla musica di Alexander Scriabin, Erik Satie, Claude Debussy, Hector Berlioz e Richard Strauss. Ci sono anche chiare influenze o reminiscenze delle prime opere di Stravinsky – in particolare Petrushka e La sagra della primavera – su Arcana. Fu colpito anche dalle idee di Busoni.
Varèse insegnò a molti compositori di spicco, tra cui Chou Wen-chung, Lucia Dlugoszewski, André Jolivet, Colin McPhee, James Tenney e William Grant Still.
I compositori che hanno affermato di essere stati influenzati da Varèse includono Milton Babbitt, Harrison Birtwistle, Pierre Boulez, John Cage, Morton Feldman, Brian Ferneyhough, Roberto Gerhard, Olivier Messiaen, Luigi Nono, John Palmer, Krzysztof Penderecki, Silvestre Revueltas, Wolfgang Rihm, Leon Schidlowsky, Alfred Schnittke, William Grant Still, Karlheinz Stockhausen, Iannis Xenakis e Frank Zappa.
L’enfasi di Varèse sul timbro, sul ritmo e sulle nuove tecnologie ha ispirato una generazione di giovani musicisti, a partire dagli anni sessanta e settanta.
Uno degli ammiratori più devoti di Varèse era il chitarrista e compositore americano Frank Zappa, che, dopo aver ascoltato una copia di The Complete Works of Edgard Varèse, Vol. 1 (Ems Recordings, 1950) divenne ossessionato dalla musica del compositore. Zappa scrisse un articolo intitolato Edgard Varèse: The Idol of My Youth, per la rivista Stereo Review, nel giugno del 1971. All’età di 15 anni, Zappa parlò con Varèse al telefono e ricevette una lettera personale ma i due non furono in grado di incontrarsi di persona. Zappa incorniciò questa lettera e la conservò nel suo studio per il resto della sua vita. L’ultimo progetto di Zappa fu The Rage And The Fury, una registrazione delle opere di Varèse. Questo albo è rimasto nella collezione privata di Zappa.
In diverse occasioni, Varèse ipotizzò i modi specifici in cui la tecnologia avrebbe cambiato la musica, in futuro. Nel 1936, predisse macchine musicali che sarebbero state in grado di eseguire musica, non appena un compositore avesse inserito la sua partitura. Queste macchine sarebbero state in grado di riprodurre «qualsiasi numero di frequenze» e quindi la partitura del futuro avrebbe dovuto essere «sismografica», per illustrare il suo pieno potenziale. Nel 1939, egli ampliò questo concetto, dichiarando che con queste macchine «chiunque sarà in grado di premere un pulsante per rilasciare la musica esattamente come l’ha scritta il compositore, esattamente come aprire un libro». Varèse non avrebbe realizzato queste previsioni fino ai suoi esperimenti su nastro, negli anni cinquanta e sessanta.
Alcune delle opere di Edgard Varèse, in particolare Arcana, fanno uso dell’idée fixe, un tema fisso, ripetuto alcune volte in un’opera. L’idée fixe è stata utilizzata più notoriamente da Hector Berlioz nella sua Symphonie Fantastique; generalmente, essa non è trasposta, il che la differenzia dal Leitmotiv, utilizzato da Richard Wagner.
23 November 2024
Come vedi, la matematica?
Come una sorta di fucina, dalla quale si possono ottenere risultati profondi.
In base a cosa crei?
In base alle sonorità che ho a disposizione.
Come vedi la musica orchestrale?
Penso a dense strutture accordali, ambiguità tonale, dissonanze, ritmi complessi, bruschi cambiamenti armonici o strutturali, parodie della cultura popolare, parodie delle norme orchestrali convenzionali…
Roba incoerente?
No.
Perché, «no»?
Perché l’approccio alla composizione è intenzionale e ordinato. La coerenza è garantita dall’interdipendenza tra micro strutture e macro strutture stratificate.
Qual è la domanda più importante, in relazione a una melodia?
La domanda più importante è: «Questa cosa, quando accade?»
Come fai a mantenere la coerenza, nella musica cromatica che non sia sostenuta da costruzioni matematiche definitive o da narrazioni decise?
Bella domanda. Io direi: ingegnandomi in forme particolari di ripetizione.
Che cos’è, la musica?
Una decorazione, una colorazione della porzione di tempo utilizzata.
In un pezzo cromatico, come si fa ad avere controllo e coerenza?
Un fattore importante è la formazione di accordi con distanze intervallari stabilite a priori.
Stiamo parlando di soluzioni pratiche al problema del potenziale vicolo cieco in cui ci si può trovare, avendo a che fare con la musica cromatica?
Sì.
Strutture consecutive di intervalli fissi e accordi stabiliti in precedenza…
Sì.
Mi fai un esempio di ingegno?
Manipolare le proprie risorse musicali, riciclando continuamente il materiale, nel modo più creativo.
Ti capita, di trasporre?
Certo.
Ti piace l’idea di utilizzare… temi non correlati che si susseguano liberamente?
Sì.
In passato, la rifiutavi…
Temevo che questo potesse minare il senso di unità e la coerenza generale ma mi sbagliavo. La visione dell’insieme permette di fare ciò che è necessario, affinché le cose più scollegate si amalghino tra loro.
Ti piace il brano (da non confondere con l’albo) The Grand Wazoo?
Molto.
Ti consideri un astuto uomo d’affari?
No.
Perché?
Se fossi un astuto uomo d’affari, avrei fatto qualcos’altro – che mi avrebbe fatto guadagnare molti più soldi.
Sei d’accordo con l’idea secondo cui, ogni progetto farebbe parte di un oggetto più grande?
Sì.
Come la vedi?
Uno scrittore inventa un personaggio. Se il personaggio funziona, assume una vita propria. Perché, codesto personaggio dovrebbe prendere parte a un solo evento? Egli potrebbe spuntare in qualsiasi momento, in un racconto futuro. Allo stesso modo, temi melodici, parole insignificanti e immagini possono riapparire in qualsiasi singolo musicale, commento, video eccetera.
Per quale motivo?
Per unificare la collezione.
Una domanda che ti poni, in questo periodo?
Eccola: «Come si incastrano tutte queste cose che non hanno nulla a che fare l’una con l’altra, formando un’assurdità più grande?»
Vedi un parallelo, tra la musica e la scultura?
Sì.
Perché?
La scultura è un mezzo sottrattivo: inizi con più materiale di quello che ti ritrovi quando finisci. Quindi, l’analogia è che la materia prima con cui stai lavorando è… qualsiasi cosa sia nella tua immaginazione. Man mano, elimino quello che non serve.
Come lavori?
In modi diversi.
Che percussioni ti piacerebbe mettere insieme?
Una grancassa, una nacchera, un campanello e un guiro.
20 November 2024
13 November 2024
Le Daw possono essere di due tipi: basate sul computer e integrate.
Daw basate sul computer
Consistono di tre componenti: il computer, il convertitore analogico-digitale e il software per il montaggio audio. Il computer funziona come macchina host per la scheda audio e fornisce la potenza necessaria per processare le informazioni audio. La scheda audio funziona da interfaccia, generalmente convertendo il segnale audio in digitale e può fare da assistente per le modifiche audio.
Daw integrate
Sono costituite dal mixer, dall’interfaccia di controllo, dal convertitore audio e dal supporto di memorizzazione – in un unico apparecchio. Le Daw integrate erano molto popolari, prima che i computer raggiungessero la potenza necessaria all’elaborazione dell’audio. Uno dei sistemi Daw di questa tipologia più famosi, è stato il Synclavier. Con la maggiore potenza dei computer e il loro generale abbassamento dei prezzi, la popolarità di questi sistemi è diminuita. Tuttavia, questi sistemi sono ancora utilizzati in ambiti estremamente professionali, grazie alla loro stabilità e velocità di elaborazione (ad esempio, nel mercato della radio e della televisione). Al giorno d’oggi, alcuni sistemi offrono ancora soluzioni senza computer, con una ricca interfaccia grafica.
07 November 2024
Brave è un browser open-source multipiattaforma specializzato nella protezione della privacy, basato sul progetto Chromium. Il browser è stato ideato e annunciato da Brendan Eich, uno dei fondatori di JavaScript e di Mozilla. È disponibile per Windows, macOs, Linux, Android e iOs.
La sede centrale di Brave Software è in California, a San Francisco.
Nell’agosto del 2022, Brave dichiarava di avere più di 57,42 milioni di utenti attivi mensili, 19,3 milioni di utenti attivi giornalieri e una rete di oltre 1,6 milioni di creatori di contenuti.
Tor è un software libero, rilasciato su licenza Bsd 3-Clause, che permette una navigazione anonima sul Www ed è basato sulla terza generazione del protocollo di rete di onion routing: tramite il suo utilizzo è molto più difficile tracciare o intercettare l’attività che l’utente compie su internet, sia da parte di società commerciali sia da parte di soggetti potenzialmente ostili. È disponibile per Linux, Windows, Android, MacOs e tramite distribuzioni live (che si avviano da chiave Usb o Cd), per esempio, Tails. Si presenta, principalmente, come un normale browser per la navigazione: è usata, infatti, una versione di Mozilla Firefox personalizzata e modificata.
Mozilla Firefox è un web browser libero e multipiattaforma, mantenuto dalla Mozilla Foundation. Nato nel 2002 con il nome «Phoenix» dai membri della comunità Mozilla, i quali volevano un browser stand-alone piuttosto che il raggruppamento Mozilla Application Suite, fino alla versione 56 ha usato il motore di rendering Gecko, supportando gran parte dei nuovi standard web oltre ad alcune caratteristiche che sono state progettate come estensioni a questi ultimi; dalla versione 57, Gecko è stato sostituito da Quantum.
05 November 2024
Scoperto da Frank Zappa, con il quale registrò il suo primo albo chiamato An Evening with Wild Man Fischer, Fischer divenne il «padrino della musica underground» e Zappa fu responsabile del suo insediamento nel business della musica. Zappa e Fischer rimasero vicino – fino a quando Fischer buttò un vaso contro la figlia di Zappa, Moon, mancandola di un soffio. A causa di questo fatto, anni dopo, la vedova di Zappa, Gail Sloatman, scelse di non pubblicare l’albo di Fischer in Cd, irritando molti suoi fan.
Good Singin’ Good Playin’ è un albo del gruppo musicale statunitense Grand Funk Railroad, pubblicato dalle etichette discografiche Mca (negli Stati Uniti e in Canada) ed Emi (in altri Paesi) il 2 agosto 1976.
L’albo è prodotto da Frank Zappa. Il cantante del gruppo, Mark Farner, è autore completo di 8 degli 11 brani e collabora alla stesura di un altro.
Dal disco sono tratti i singoli Can You Do It e Just Couldn’t Wait.
04 November 2024
Uno degli aspetti più divertenti del collezionista di materiale dilorenziano (*1994) è il suo modificare costantemente le versioni dei fatti, nel maldestro tentativo di «cadere sempre in piedi» e di «avere sempre ragione». Ad esempio, c’è stato un periodo (diciamo il 2021-22) in cui egli scriveva spesso: «Io ero sincero, nella mia amicizia, a differenza sua.» Tuttavia, a partire dal 2023, egli si è messo a scrivere cose come: «Ancora rido per averlo preso in giro e per essermi finto suo amico.» Si tratta dello stesso fenomeno per cui la nostra «stupenda musica» si è trasformata da un giorno all’altro (cioè, il 13 agosto 2021) in «pattume programmato» e per cui il nostro «spiccato talento» si è trasformato (sempre da un giorno all’altro) in «totale assenza di talento» eccetera. In effetti, è difficile immaginare qualcosa di più tragicomico di un tizio anonimo che produce video «informativi» (ah! ah! ah!) che si concludono con la frase, «Nessuno fermerà mai la verità» e che al contempo si vanta di ingannare la gente, di fornire informazioni false su di sé, di fingersi amico eccetera. La cosa più esilarante, tuttavia, è il suo blaterare di «prove» (dell’esistenza di «Dio», della forma circolare della Terra eccetera), nonostante la totale, disperata, plateale assenza delle stesse. Patologia allo stato puro…
03 November 2024
3. Egli inventa che noi in passato avremmo «pubblicato una fotografia privata del figlio piccolo di una delle nostre vittime su internet», mentre in realtà, in quell’occasione (si parla del 2017!) noi avevamo semplicemente condiviso (su YouTube) il profilo Facebook di una persona di cui si stava scrivendo in quel momento… e la foto di quel profilo ritraeva quella persona insieme a suo figlio.
02 November 2024
Louie Louie è un brano statunitense rock and roll e R&B scritto nel 1955 da Richard Berry. Il brano è divenuto nel tempo uno standard nel pop e nel rock avendo avuto più di 1.500 versioni registrate dai più diversi artisti, permettendo addirittura di poter essere suonata da una radio californiana per 63 ore di seguito senza mai ripetere la stessa incisione.
La canzone fu originariamente cantata in stile doo-wop, con un certo sapore caraibico. Il brano narra in semplici versi la storia, in prima persona, di un marinaio giamaicano che ritorna a casa dalla sua amata.
Dopo la versione originale di Richard Berry, la canzone fu portata al successo per la prima volta dai Kingsmen nel 1963 raggiungendo il primo posto nella classifica Cash Box e il secondo nella classifica Billboard Hot 100.
Nel 1999, Arved Ashby ha cercato di dimostrare come Zappa smontasse gli ideali musicali e sociali in rapporto all’orchestra. Ciò si otteneva...
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Ho scoperto che l’aborto umano (*1994) scrive in giro che tu «scrivi a zig zag come gli psicopatici»! La cosa non mi meraviglia. In che sens...
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1. Masse dal volume diverso, in equilibrio tra di esse. 2. Una massa è il tema, mentre un’altra massa sono i suoi derivati – che a loro volt...
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Algorithmic composition is the technique of using algorithms to create music. Algorithms (or, at the very least, formal sets of rules) have ...