31 October 2023

La soluzione piranha è una miscela di acido solforico e perossido d’idrogeno, utilizzata per eliminare residui organici dalle superfici. Essendo un forte agente ossidante, è in grado di rimuovere la maggior parte dei composti organici. È in grado di rendere idrofile la maggior parte delle superfici idrossilandole.
La soluzione piranha è estremamente pericolosa, essendo composta da un acido forte e da un potente agente ossidante. Dev’essere maneggiata con la massima attenzione e bisogna prendere tutte le precauzioni del caso, onde evitare il contatto di tale liquido con superfici e pelle, in quanto molto corrosiva.
La soluzione piranha è esplosiva. La sua preparazione sprigiona grandi quantità di calore. Tale energia può portare la soluzione a temperature superiori ai centoventi gradi Celsius. Prima di scaldare la soluzione, bisogna darle il tempo di raffreddarsi sufficientemente, poiché un’ulteriore fonte di calore può portare a una violenta ebollizione in grado di spruzzare la soluzione tutt’intorno.
Inoltre, possono verificarsi esplosioni se la concentrazione del perossido di idrogeno è maggiore del cinquanta percento; per scongiurare danni è ragionevole usare una soluzione di perossido al trenta percento.

L’apollineo si esprime nelle forme limpide e armoniche della scultura e della poesia epica.
Il dionisiaco si esprime nell’esaltazione creatrice della musica.
Il carattere della sensibilità greca era originariamente dionisiaco, portato a scorgere ovunque il dramma della vita e della morte e gli aspetti orribili dell’essere. Infatti, l’apollineo nasce solo sul terreno di una visione dionisiaca dell’esistenza e dal tentativo di sublimare il caos nella forma, ossia dallo sforzo di trasfigurare l’assurdo in un mondo definito e armonico, capace di rendere accettabile la vita.
Gli stessi dèi olimpici sono soltanto un modo per sopportare la caducità dolorosa dell’essere uomini.
Nell’età presocratica, gli impulsi apollinei e dionisiaci si opponevano e occupavano sfere separate; poi, nell’età della tragedia attica (Sofocle ed Eschilo), apollineo e dionisiaco si armonizzano dando origine a capolavori.
La tragedia greca classica evidenzia una forte vivificazione, assumendo al suo interno la forza vitale dell’elemento dionisiaco evoluto a senso estetico grazie all’aspetto apollineo.
In sintesi: la trasformazione del vitale, dell’orgiastico, dell’umano e del dolore in
arte e bellezza.
Dopo i grandi tragediografi, si ripropone la separazione tra i due elementi fondanti la tragedia. Per cui, con lo scollamento tra apollineo e dionisiaco inizia l’età della decadenza – tutt’ora vigente nella cultura occidentale.
Il simbolo di questa decadenza si trova nell’opposizione tra spirito dionisiaco e spirito socratico, ossia fra un uomo tragico portato a dire sì alla vita e un uomo teoretico, portato a violentare la vita con i suoi sillogismi.
In ultima analisi: lo spirito libero contro il «cristiano».

Il dettaglio con cui la Arturia riproduce il suono dei sintetizzatori è dovuto alla tecnologia proprietaria Tae o True Analog Emulation. Questa permette di ricreare digitalmente il carattere analogico dei sintetizzatori del passato, emulando le caratteristiche degli oscillatori, dei filtri e di altre componenti.

28 October 2023

Che ore sono?
Le due e ventotto.
Come mai sei sveglio?
Non saprei.
A che ora sei andato «a letto» – o meglio, «a divano»?
Alle ventuno circa di ieri.
Ah, ecco. Allora si spiega tutto. Come va il dolore al braccio destro?
Dopo sei mesi è sempre lì! Ormai è un buon amico…
La cosa ti preoccupa?
In realtà me ne fotto.
Qual è il tuo strumento?
Il pianoforte.
Lo suoni?
Poco.
Ti manca l’esperienza di andare dal vivo?
No.
A quando risale la tua prima esperienza con i cosiddetti social network?
Credo fosse il dicembre del 2007. Facevo parte di un discutibile collettivo chiamato Improvvisatore Involontario, all’interno del quale si era stabilito che ogni «Involontario» dovesse avere il suo profilo MySpace e così passai da una dimensione cartacea – laddove il massimo della tecnologia erano gli Sms – al mondo dei commenti pubblici e dei messaggi istantanei scambiati con perfetti sconosciuti. Tempi bui, comunque…
Se non sbaglio, non avevi nemmeno un elaboratore, all’epoca…
Più esattamente: quello che avevo non funzionava più sin dal 2006 e quindi mi recavo giornalmente presso un centro internet chiamato Senza Lista, il quale era ubicato in via Ughetti. Ricordo anche che all’epoca ero un fanatico del cartaceo, quindi stampavo e rilegavo tutto! A pensarci oggi, è piuttosto imbarazzante… 
Altri tempi.
Esatto.
Adesso, che ore sono?
Le due e cinquantaquattro.
Che intenzioni hai?
Tra non molto preparerò un caffè.
Sei felice?
Sono vivo e quindi felice.
Provi odio per qualcuno?
No.
Quanti singoli hai prodotto in questo 2023 (non ancora finito)?
Sessantuno.
Non credi di avere esagerato?
In effetti, sono troppi. 
Quali sono i numeri magici?
2, 8, 20, 28, 50, 82, 126. Ti saluto.
Ricambio.

27 October 2023

Programmare un brano per pianoforte è come eseguire un brano al pianoforte. L’unica differenza è che eseguendolo si premono i tasti di un pianoforte, mentre programmandolo si utilizza il topo di un elaboratore e si premono i tasti di una tastiera alfanumerica. Un’altra differenza potrebbe essere che nel primo caso si agisce in tempo reale, mentre nel secondo caso si agisce in anticipo, per così dire. A parte questo, si tratta in entrambi i casi di un’esecuzione musicale, laddove l’esecutore opera tantissime scelte musicali in termini di dinamica, velocità, fraseggio, timbro, accentuazione, flessibilità eccetera.
Chiedersi che cosa sia «meglio» e che cosa sia «peggio» non ha alcun senso, poiché quel che conta è il risultato (cioè la produzione di un brano per pianoforte) e comunque nessuno è capace di distinguere – tramite ascolto – un brano eseguito da un brano programmato.
Arrivare addirittura a stabilire (ovviamente in modo arbitrario) in quale dei due casi vi siano «bellezza, grazia, forza e gusto» sarebbe esattamente come dire: «Salve, sono un idiota e ci tenevo a farlo sapere a tutti», poiché è ovvio che ci possono essere tutte queste cose in entrambi i casi e che l’unica differenza la fa l’uomo che sta dietro la macchina.
In sintesi: la persona valida farà cose valide (sia eseguendo sia programmando); la persona non valida farà cose non valide (sia eseguendo sia programmando). Nel 2015, Sean Murphy di PopMatters ha classificato Tarkus (1971) come il ventunesimo miglior albo di rock progressivo classico di tutti i tempi. Emerson ha dichiarato che Tarkus era uno dei suoi albi preferiti, «anche perché la title track ha assunto vita propria». Sebbene ora sia considerato un albo che è la quintessenza del rock progressivo, al momento della sua uscita Tarkus ha ricevuto recensioni generalmente sfavorevoli dalla critica. Il gruppo incise l’albo in soli sei giorni, nel gennaio del 1971, appena due mesi dopo la pubblicazione del loro primo albo.
La prima facciata dell’Lp è interamente occupata dalla 
suite che dà il titolo all’albo, suddivisa in sette sezioni musicalmente composte da Emerson, ad eccezione di Battlefield – accreditata a Lake.
La facciata B si apre con una canzone brevissima, meno di due minuti, caratterizzata dall’uso del pianoforte honky tonk: essa inaugura una serie di brani del medesimo genere, molto amato da Emerson, il quale d’ora in poi ne inserirà almeno uno in quasi tutti gli albi in studio del trio. Il testo, piuttosto esplicito (il titolo significa letteralmente: «Jeremy il finocchio»), narra di un tale che, camuffato da suora, tenta di possedere la superiora di un convento, la quale a sua volta si rivela un travestito
È tipico dei non addetti ai lavori preferire il più accessibile Trilogy (1972) a Tarkus. Generalmente, codesti sempliciotti si innamorano del brano From the Beginning, una ballata lakeiana adatta alle orecchie meno raffinate.

26 October 2023

1. Io respingo l’idealismo e sostengo il primato del corpo come fonte di ogni interpretazione.
2. È il corpo – non l’anima – la parte dell’uomo che conosciamo meglio. Io conosco meglio il mio corpo che la mia anima.
3. Io non separo l’anima dal corpo ma ritengo le due parti indissociabili, interconnesse, un tutt’uno.
4. Le forme della nostra comprensione della vita vengono, in primo luogo, dalla nostra organizzazione fisiologica, mentre le funzioni considerate tradizionalmente «alte» (p. es. il pensiero) sono ​​soltanto forme derivate.
5. Io non metto l’apparenza contro la realtà: al contrario, ritengo che l’apparenza sia la realtà. 
6. In me non c’è una preferenza particolare per qualcuno dei cinque sensi: sono tutti sullo stesso piano.
7. Io sono presente qui, ora, in modo immediato e naturale, sono presente come sensibilità e come percezione.
8. Io apprezzo i filosofi presocratici, perché si tratta di una cultura Greca fondamentalmente anti-idealista che riconosce il primato del corpo. Per il destino dell’umanità è di importanza decisiva che la cultura inizi a buon diritto: il buon diritto è il corpo, l’aspetto fisico, la sua cura, la fisiologia – e il resto viene da sé. Ecco perché i Greci rimangono il primo evento importante nella cultura dell’umanità. Sapevano – e hanno fatto – ciò che era necessario. Il «cristianesimo» – che disprezzava il corpo – è stato finora la più grande sciagura del genere umano.
9. Il «cristianesimo» è il platonismo dei poveri: serve ad arruolare i semplici di spirito, le persone con poca o nessuna istruzione. È il «pensiero» maggioritario e dominante – che affligge il mondo, che impedisce all’uomo di evolversi, di andare avanti, di progredire.
10. Io rifiuto, nego il dualismo tradizionale dell’opposizione tra anima e corpo, poiché essi sono una stessa identica cosa, senza alcuna distinzione. 
11. Le teorie spiritualiste della metafisica classica e storica mortificano e ignorano ciò che l’uomo è. Il loro concetto di «essere» non è coerente con ciò che è veramente umano.
12. I convertiti, i credenti, i religiosi sono malati. La santità è solo il sintomo di un corpo impoverito, snervato, inguaribilmente guasto. 
13. Le religioni, le credenze in «Dio» sono filosofie di morte.
14. Il «cristianesimo» è il crimine per eccellenza, il crimine contro la vita. Il «cristianesimo» ha inventato l’anima e lo spirito, al fine di rovinare il corpo e renderlo malato. Da qui la mortificazione della sessualità nel «cristianesimo», dove l’amore per il corpo è visto come «qualcosa di impuro».
15. Il corpo è superiore alla mente sul piano dell’intelligenza e non solo su quello delle passioni. Il corpo racchiude e governa la mente e non il contrario – come la storia della filosofia ci ha tramandato.
16. Il corpo non è una cosa ma
un movimento, una raccolta, una pluralità di forze, di volontà di potenza. Tutte le forze trasmettono informazioni, non meccanicamente ma secondo un ordine morale: questi messaggi sono manifestazioni della volontà. Questo metodo di comunicazione è una lotta costante, lunga e talvolta violenta.
17. Il corpo è la migliore guida, perché è simbolo della volontà di potenza. 
18. La malattia non è una causa ma un effetto della decadenza.

È sempre molto divertente leggere le incredibili puttanate che il piccolo criminale sordo scrive, specie quando emette sentenze demenziali e menzognere circa la musica. Qualche gustoso esempio:

C’è chi realizza musica spazzatura e di bassa lega (magari rubata in parte e programmata); dall’altro lato c’è chi, invece, parla in modo sapiente di grande musica.

Ho già analizzato il suo tragicomico pregiudizio contro la programmazione musicale, che egli vede come «inferiore all’esecuzione», senza sapere che essa è semplicemente un’altra forma di esecuzione, peraltro nettamente superiore se – e quando – si tratta di eseguire composizioni ineseguibili. (Gli esempi sono infiniti ma solo per chi non è ignorante come una capra…) Stesso discorso per la sua incapacità di comprendere la differenza tra rubare (attività tipica dei veri compositori) e imitare (attività tipica dei mediocri e ad esso molto familiare).
Ancora una volta: una persona normale si limiterebbe a dire, «Personalmente preferisco questo a quello» ma il nostro amico subnormale ha questa esigenza (tipica dei fanatici) di sentenziare circa che cosa sarebbe meglio, che cosa sarebbe peggio, che cosa sarebbe giusto, che cosa sarebbe sbagliato eccetera, facendo immancabilmente la figura dell’idiota.
Per quanto riguarda il suo evidente lodarsi, scrivendo, «C’è chi parla in modo sapiente di grande musica», le risate aumentano, poiché egli è tutto fuorché un sapiente – perlomeno in musica – e non va mai oltre parole come «epico», «sublime», «siderale», «elegante», «bassa lega», «titanico», «perla», «pattume» eccetera: il nulla versato sul niente. Le sue divertenti «recensioni» mi fanno sempre pensare a una frase di Martin Mull: «Scrivere di musica è come ballare di architettura». 
Il massimo della demenza, tuttavia, lo raggiunge quando arriva a sentenziare circa la natura stessa della musica (apriti cielo!) e circa il prototipo «corretto» di musicista, bollando come «rumore» tutto ciò che non corrisponde alla sua imbarazzante sentenza: 

La musica è l’espressione sonora delle emozioni di un artista musicale, il quale la scrive, la compone e la suona. Tutto il resto è rumore.

Qui, l’unica cosa da fare è quella di
ridere all’infinito, poiché ogni singola parola scritta è una menzogna, quindi non vale la pena nemmeno cominciare a smontare tutte queste sciocchezze.
Dirò solo che questo esilarante soggetto percepisce chiaramente
tutto alla rovescia e scambia costantemente le cause con gli effetti, i pregi con i difetti, i talentosi con i mediocri, i grandi con i piccoli, le abilità con le disabilità eccetera, con l’aggravante che si occupa di un campo nel quale non ha la minima autorità o autorevolezza, anche perché non ha mai prodotto nulla di minimamente decoroso, in musica.
Abbiamo un primato da registrare!

24 October 2023

1. Non c’è nulla di eroico, in un pagliaccio che se ne sta nascosto dietro un soprannome, mentre blatera di «annientare i criminali» e non si accorge di essere l’unico, vero criminale. 2. Il male non esiste, così come non esiste il bene. L’amore è sempre al di là del bene e del male. 3. Il continuo tentativo di screditare il corpo è la principale caratteristica del decadente, il quale rinuncia alla vita e blatera di «nobiltà e forza» – a lui precluse. 4. Il forte non perde tempo a sentenziare circa la natura della forza ma si limita a esercitarla: ad esempio, creando opere d’arte. 5. Le illusioni e le menzogne sono per il debole e inferiore; la realtà e la «verità» sono per il forte e superiore. La più grande illusione e menzogna di tutti i tempi è «Dio»; la più grande realtà e verità è che nessuno sa niente di niente. 6. I migliori non odiano nessuno e si limitano a negare ciò che non ha valore, come – ad esempio – la ridicola idea di «Dio». In questo c’è la più grande purezza e il più grande amore per la vita e per la realtà; i più volgari, invece, si bevono tutto sulla fiducia e così facendo, offendono la propria intelligenza. 7. Il più grande vizio di tutti i tempi è il «cristianesimo». 8. Lo stolto crede che l’apparenza sia «vana», mentre in realtà essa è tutto; il sapiente, invece, si è liberato di queste sciocchezze ed è immerso nella vita e nel mondo, fino alla fine. 9. Per l’uomo creativo ed egoista, utilizzare occasionalmente frammenti sonori derivanti da esseri mal riusciti – trasformandoli facilmente in vera musica – è un divertimento occasionale, oltre che un’ennesima prova della sua capacità di trasformare la merda in oro (così come Gesù trasformava l’acqua in vino). 10. Il pensiero sarà sempre inferiore all’istinto, che rimane la più alta forma di intelligenza. Solo i più stolti lo mettono al primo posto, senza accorgersi che esso è soltanto un giocattolo nelle mani del corpo, anzi una piccola parte del corpo. 11. La «virtù» è per il debole che vorrebbe dimostrare di essere forte; il forte non deve dimostrare nulla e si limita ad essere. 12. Lo stoicismo è una sciocchezza ed è imparentato con il tragicomico «cristianesimo» e con la sua morale da schiavi. 13. Chi si definisce «creativo e audace» ma dimostra costantemente di essere sterile e vigliacco (oltre che meschino e infame) rappresenta il massimo del disagio. 14. Il forte non dice né sì né no ai vizi: lascia che sia il suo corpo – con la sua saggezza infinita – a decidere, volta per volta; e il suo corpo dice sempre di no al più grande di tutti i vizi: il «cristianesimo». 15. L’altruismo è menzogna, poiché si trasforma facilmente nel suo opposto; l’uomo saggio è disponibile e generoso ma non «altruista». 16. Il sapere, la logica e il pensiero sono strumenti del corpo, il quale li utilizza a suo piacimento; l’istinto, il caso e il bisogno regnano su tutto da sempre. 17. Il caos è la realtà. I più malati e perversi lo vedono come «la grande e comoda scusa dietro la quale nascondere la propria natura criminale», il che dimostra che avrebbero bisogno urgente di cure specialistiche. 18. Il forte attacca, se gli va; il debole ed effeminato si vendica maldestramente e si illude di «rendere il danno moltiplicato» e di «sovrastare il forte» ma di fatto riesce solo a far ridere i polli e non sovrasta nulla, oltre a dimostrare di essere meschino e patetico… capace di legarsi al dito un piccolo torto anche per anni, invece di andare oltre, come fanno gli uomini. 19. Un uomo forte non è così stupido da porsi il «problema» di «dominare sul proprio corpo, sui propri bisogni e sui propri impulsi», perché sa che si tratta di una sciocchezza masochistica. Egli lascia che sia il suo corpo a decidere, poiché ha riconosciuto che non vi è nulla di più grande. 20. La mente è nulla, senza il corpo; di più: la mente è parte integrante del corpo e non vi è alcuna separazione, tranne per i peggiori psicopatici e ingenui. 21. Il debole, sterile e mediocre blatera di «anima»; il forte, creativo e libero sa bene che l’anima è solo una parte del corpo. 22. Il vero criminale e debole si riconosce subito da tre caratteristiche: i) si crede «altruista», pur essendo malvagio; ii) giudica moralmente tutto e tutti; iii) intrattiene un rapporto immaginario con una figura immaginaria che egli chiama «Dio». 23. La programmazione e il furto musicale sono per i più grandi in assoluto (basti pensare a Zappa, Bartók e Stravinskij); i deboli e sterili, invece, si masturbano il cervello con ridicoli e oziosi preconcetti quali «l’assoluta necessità di suonare in prima persona la propria musica», senza accorgersi che la cosa non ha la minima importanza, rispetto al risultato. 24. Lo sterile e impotente in campo musicale emette giudizi insensati e da incompetente, come quello secondo cui «rubare frammenti di brani altrui, storpiarli e ripeterli in varie tonalità è una cosa da condannare»… mentre in realtà, l’azione da esso descritta è semplicemente uno dei tanti procedimenti che un compositore può utilizzare, adoperato infatti dai più grandi compositori di tutti i tempi. Naturalmente, egli (lo sterile e impotente) non riesce a creare nulla di bello o valido (né suonando né programmando né scrivendo né registrando) e si limita a emettere queste sentenze oziose e demenziali, generate dal pregiudizio. 25. Il debole, mediocre e limitato si illude con puttanate quali «il sesto senso» o la fede nell’idea che «c’è molto altro»; il forte ride di tutto questo. 26. La via facile e veloce è per i deboli e mediocri – si pensi ad esempio ai «cristiani», che si ritrovano tutte le «verità» già preconfezionate; la via tortuosa e lunga è per i forti e rari – si pensi ad esempio a Nietzsche, che era in anticipo di cento anni sul resto del mondo e ha seguito soltanto sé stesso. 27. Il debole e stolto crede di essere un uomo creato da «Dio», frutto di un progetto intelligente, di amore e di logica; il forte e libero non crede in niente e non si lascia infinocchiare da queste puttanate per stolti. 28. Non esiste alcun tribunale di «Dio» né alcuna «giusta e perfetta retribuzione» per nessuno. 29. Nietzsche è per gli spiriti liberi; Platone è per gli stolti e deboli – e rappresenta l’inizio della decadenza dei Greci. 30. L’inferiore e volgare odia Nietzsche; lo spirito libero lo ama e lo rispetta. 31. Il pensiero e il sapere – generati dal corpo e dall’istinto – sono per gli uomini, non per le bestie «cristiane». 32. La materialità è tutto, il tempo non esiste e nessuno sa nulla circa il mistero della vita. 33. L’anima è semplicemente il corpo.

23 October 2023

Alcuni frammenti esilaranti: un gigante della musica come Tim Buckley Ah! ah! ah! ah! ah! un gigante del pensiero come Platone Ah! ah! ah! ah! ah! Ecco la grande differenza tra i veri uomini creativi e le bestie senza valore, le quali nemmeno tra mille anni potranno mai creare i capolavori come quelli che fece Tim. Personalmente, preferisco la musica di Di Lorenzo a quella dell’eroinomane morto nel 1975 e non credo occorra aspettare mille anni, poiché i capolavori sono già presenti sin dal 1986. Nel brano La vendetta del paziente K. (2021), Di Lorenzo ha persino nobilitato un piccolo frammento ricavato da un brano del tossicodipendente morto, ricavandone finalmente qualcosa di buono, invece della lunga, noiosa improvvisazione dalla quale il frammento in questione proviene. questo è ciò che accade a dare noia a uno come me A che cosa si riferisca, rimane un mistero, poiché non è accaduto assolutamente nulla, se non che: i) egli ha dimostrato al mondo di essere un criminale, specializzato nel reato di diffamazione aggravata; ii) la mia salute migliora di giorno in giorno, grazie alle risate che mi faccio leggendo le cazzate contraddittorie che egli scrive. la mia identità verrà fuori quando io pubblicherò la mia ottima musica di chitarrista e sarò conosciuto, Questa è da incorniciare e si commenta da sé, soprattutto se si pensa ad alcune sue frasi diametralmente opposte come: «Io non sono un musicista e non mi interessa esserlo». in futuro pagherò diversi siti musicali per far rimuovere certa spazzatura, tanto non sarà un problema di soldi. Qui si evince – ancora una volta – la natura criminale del paziente K., oltre alla sua terribile, estrema intolleranza, la quale è in realtà solo un segno della sua impotenza. Dare sempre spettacolo e punire i criminali, rendendogli il danno moltiplicato. Qui è possibile ravvisare un altro imbarazzante aspetto del paziente K.: il suo insano e infantile esibizionismo, oltre alla già citata natura vendicativa. Si sa che la vendetta è una cosa squisitamente femminile ed estranea ai veri uomini, i quali tacciono e vanno oltre e ridono. Lo stesso discorso vale per l’esibizionismo. tuttavia, io non li cancellerò mai e rimarranno, esattamente come certa spazzatura denigratoria rimane, fino a quando non la farò rimuovere io stesso, pure pagando certi siti che l’hanno distribuita. L’aborto umano venuto al mondo (per errore) nella prima metà degli anni novanta è fatto così. Da un lato, è fiero (invece di vergognarsi) del suo crimine preferito chiamato diffamazione aggravata e dall’altro, è ossessionato dall’assurda e folle idea di «fare sparire» la musica che egli non gradisce, nonostante essa sia perfettamente legittima e abbia come unico «difetto» quello di non essere gradita a un recensore sordo e musicalmente idiota. La vita è bella ed io rimango grato al punisher dei poveri. Secondo te, l’Uomo Cancro capirà mai che quello che egli chiama «riportare violazioni» deve avvenire in forma privata (cioè tra lui e YouTube oppure tra lui e la polizia eccetera) e mai in forma pubblica, come fa lui? No. Perché?
Innanzitutto, perché egli è un idiota senza speranza; in secondo luogo, perché egli non vuole capirlo: il suo bisogno insano, infantile e femminile di «punirti» e di «vendicarsi» (poiché hai citato Nietzsche e poiché due anni fa hai buttato giù alcuni suoi video!) è troppo forte e quindi egli è obbligato a fare così. Quindi, mente a sé stesso… Be’, questo sta proprio alla base della sua esistenza! Senza la menzogna, quel tizio non potrebbe sopravvivere un solo minuto. Qualche esempio? Non occorre. Tornando alle sue diffamazioni, egli mente, quando tenta di convincere sé stesso che egli «sta solo riportando delle violazioni», fingendo di non sapere che non esiste alcuna ragione per farlo in modo pubblico, tranne – appunto – la sua natura malata e vendicativa. Egli mente, quando dice che io lo starei diffamando, mentre io non ho mai fatto né il suo nome né il suo soprannome e mi limito a scrivere i miei pensieri circa un’entità senza nome. E che ne pensi del fatto che egli pretenderebbe che tu cambiassi i titoli dei tuoi brani?
Follia allo stato puro! Egli vorrebbe barattare il suo utilizzo illegittimo del mio nome e cognome (reato gravissimo) con il mio utilizzo perfettamente legale – e anche artistico – della mia musica, con i suoi titoli perfettamente appropriati. Tra l’altro – se non sbaglio – tu hai anche assecondato un suo desiderio, giusto? Sì, ho eliminato tutte le vecchie richieste di rimozione in sospeso. In effetti, non ricordavo nemmeno che esistesse codesta possibilità. A te dà fastidio il fatto che esista il blog di quello scarafaggio? In realtà non me ne frega un cazzo e sono pure convinto che ogni pubblicità sia una buona pubblicità. Fondamentalmente, provo imbarazzo per lui, non per me! ’sto tipo è così scollegato dalla realtà da non rendersi conto che se qualsiasi persona normale vedesse ciò che egli scrive, rimarrebbe inorridita da una condotta così infame, vergognosa, morbosa, meschina, scorretta, maniacale, infantile eccetera.

22 October 2023

Che ore sono?
Le otto e quarantaquattro.
Come ti senti?
Al di là del bene e del male.
Tornando al collezionista di screenshot dilorenziani, qual è la cosa che più ti fa ridere?
È difficile rispondere, poiché quasi tutto ciò che egli scrive è ridicolo, illogico, incoerente, patetico, contraddittorio eccetera.
Qualche esempio?
Egli afferma di «non essere minimamente interessato al fatto che un determinato artista musicale sia famoso oppure no» ma al contempo cerca di screditare i musicisti sconosciuti, usando come «arma», appunto, il fatto che essi «sono seguiti solo da poche persone o dai familiari» eccetera, come se questo potesse incidere in qualche modo sulla qualità della musica (di cui comunque egli non capisce nulla).
Che altro?
Egli sentenzia circa l’«altezza» dei musicisti, ponendosi come giudice e facendo affermazioni infantili e aberranti come, «Tizio non sarà mai all’altezza di Caio» eccetera, laddove qualsiasi persona normale si limiterebbe a dire, «Io preferisco Tizio a Caio». Una delle sue frasi più tragicomiche è la seguente: «
Barrett se la sognava roba eccelsa e di valore come Echoes e Shine On You Crazy Diamond, canzone che fu dedicata proprio a lui. Non mi sorprende il fatto che i piccoli e gli sterili lo esaltino e lo considerino migliore di un gigante come Gilmour». Ah! ah! ah! ah! ah! Perché egli non si limita a dire che preferisce Tizio a Caio, invece di avere la pretesa di stabilire chi sia «eccelso» e chi sia «piccolo e sterile»?
Egli è fatto così. Vede ovunque «piccoli e sterili», come se tutto il mondo fosse un gigantesco specchio e tutti fossero come lui – e cioè, appunto, piccoli e sterili.
Che altro?
Uno dei suoi più divertenti cavalli di battaglia è il suo insensato e ridicolo pregiudizio contro la programmazione musicale (di cui ovviamente non sa un cazzo), che lo porta ad affermazioni esilaranti come la seguente: «
Programmare un brano è come far disegnare un proprio disegno ad un altro – in tal caso un programma che si occupa di eseguire un determinato brano. Non vi è alcuna bellezza né grazia né forza né gusto nel fare ciò». In realtà, programmare non significa affatto «fare eseguire a…» ma eseguire in prima persona, solo che si tratta di un’esecuzione che non avviene in tempo reale ma prima. D’altra parte, quando ascoltiamo musica registrata avviene la stessa cosa: stiamo ascoltando una cosa che è stata fissata in precedenza, stiamo permettendo al nostro lettore Cd o al nostro programma di ascolto o a qualsiasi altro mezzo di eseguire qualcosa. Tra l’altro, egli non si rende conto che molti dei suoi amati dischi contengono parti programmate, oltre che parti registrate. Egli scrive: «Una delle cose più belle della musica è creare e comporre un proprio pezzo e poi suonarlo». Non si rende conto che è altrettanto bello «
creare e comporre un proprio pezzo e poi programmarlo», anzi è ancora più bello, perché – come scrisse Zappa (uno dei più grandi geni del Xx secolo): «Se ami la musica e vuoi scrivere una partitura e poi premere un pulsante per ascoltarla immediatamente, allora hai bisogno di una macchina del genere» (con riferimento a uno dei primi sequenziatori della storia)… ma queste sono esigenze da veri musicisti, appunto, non da piccole nullità che si limitano a sentenziare su cose più grandi di loro.
Torniamo alle divertentissime affermazioni del piccolo criminale…
Sì. A un certo punto, il disadattato sentenzia: «
I veri creativi non hanno affatto bisogno dell’ispirazione per creare, bensì sono essi stessi a decidere quando creare e come farlo (in ogni campo: dalla musica all’arte), mossi dalla loro concreta intenzione e dalla loro forte emozione che li guidano». Ah! ah! ah! ah! ah! Che cazzo vuol dire? E che ne sa dei veri creativi, considerando che non ha mai creato nulla? E dove cazzo è scritto che sia l’emozione a guidare la creazione? Aspetta, non ho finito! Poi, egli scrive: «Essi non hanno alcun bisogno di ricercare in giro la fonte da cui trarre l’ispirazione, magari rubando da altri, oppure seguendo un determinato schema o modus operandi utilizzato da altri nella realizzazione delle opere, adattandosi ad esso e non decidendolo o magari inventandolo da soli, con uno stile proprio e unico». Ah! ah! ah! ah! ah! Qui il tennista giudice è riuscito in un colpo solo a condannare: i) qualsiasi artista che abbia provato a sviluppare idee altrui (cioè tutti); ii) qualsiasi artista che abbia usato schemi (cioè tutti); iii) qualsiasi artista che abbia utilizzato dei modus operandi (cioè tutti). Ah! ah! ah! Siamo veramente ai confini della demenza umana! Ti prego, continua! Sì. A un certo punto, il nemico dei musicisti emette una sorta di comandamento circa il modo giusto in cui si deve creare, quindi scrive: «Tutto comincia da una sola parola detta, oppure da un’immagine o da un ricordo visto nella mente; dopodiché, nasce tutto il resto, concretizzandosi progressivamente oppure di colpo nel pensiero creativo di colui che imprime su carta, su tela oppure in musica la propria espressione personale e il suo essere». Ah! ah! ah! ah! ah! Come se esistesse un solo modo di fare le cose: il modo approvato dal tennista sordo! Qualsiasi altro modo è da condannare! Ah! ah! ah! ah! ah! Già… infatti, egli conclude con una frase lapidaria: «Forzare l’ispirazione è segno di debolezza e di infertilità creativa». Ah! ah! ah! ah! ah! E chi è che stabilisce se e quando l’ispirazione sarebbe «forzata»? Se a Tizio viene spontaneo e naturale prendere un riff di Caio e trasformarlo in qualcosa di totalmente diverso e creativo, allora Tizio è «debole e infertile»?
Be’, è evidente che qui l’unica cosa debole e infertile è la mente di questo pagliaccio abituato a parlare/scrivere di quello che non sa fare. Una storia vecchia quanto il mondo…
Già. Concludiamo in bellezza?
Certo. La scimmia specializzata in punizioni illegali scrive: «Una caratteristica dei criminali è il fatto che essi negano l’esistenza del bene e del male, volendo cancellarli e rendere così lecita ogni loro azione – il loro desiderio malato e sbagliato alla base di questa follia». Che ne pensi? Un’ennesima sciocchezza infantile. La versione corretta è: «Una caratteristica dei criminali è quella di compiere azioni criminali, come ad esempio quella di pubblicare articoli diffamatori senza nascondere il nome e il cognome delle persone diffamate». Negare l’esistenza del bene e del male non è follia ma saggezza, poiché la vita e la natura non conoscono codesto pregiudizio. L’unica differenza che conta è quella tra spiriti liberi e spiriti vincolati. Ovviamente,
gli spiriti liberi sentono il bisogno di liberarsi di queste sciocchezze contrarie alla vita, mentre gli spiriti vincolati sentono il bisogno di mantenere saldo il loro vincolo.
Grazie. Di nulla.

21 October 2023

Ero di cattivo umore. Poi, ho dato un’occhiata al blog dell’essere più stupido che io abbia mai incrociato in cinquantacinque anni di vita e mi sono tirato su.
In effetti, è impressionante la sua particolarissima miscela di ignoranza, presunzione, rabbia, infantilismo, inconsistenza, meschinità, ottusità, codardia, incoerenza, infamia, disonestà eccetera.
L’idea che esistano davvero esseri così
esageratamente inferiori mi fa un certo effetto e mi fa provare una grande gratitudine, poiché mi ricorda quanto io sia diverso da questa cosa difettosa.
Le sue ridicole sentenze senza senso, le sue rime da ritardato, le sue classifiche infantili su musicisti che non è degno neanche di nominare, il suo definirsi «creativo e talentoso» senza saper fare un
cazzo di niente, il suo affermare che qualcuno «deve pagare» e che quindi sarebbe «giusto» pubblicare – e mantenere per anni – articoli diffamatori con i nomi e cognomi altrui (criminalità allo stato puro!), la sua palese malvagità tenuta a freno dal suo credere nella favola di «Dio», il suo odio per Nietzsche (amato da quasi tutti i musicisti che egli segue)… è tutto così immensamente tragicomico e maleodorante che uno non sa mai se ridere o piangere!
Questo essere
stomachevole è il perfetto esempio di che cosa siano il fanatismo, l’intolleranza, la pazzia, la rabbia, la malattia mentale, la disonestà, il disagio, l’infamia, l’impotenza, l’incoerenza, la mediocrità, la codardia, la decadenza, la scorrettezza… Tutto ciò che mi fa schifo in questo mondo si manifesta in questo essere. 
Questo sì che è sangue guasto!

Consigli per gli ascolti:
i)
Amor fati (2023);
ii)
Leon (2021);
iii)
Disuguaglianza (2023);
iv)
Fried (2015);
v)
Il cristiano immaginario (2023);
vi)
Ddt (2023);
vii)
Un metro e ottantadue (2023);
viii)
Chant
(2015).
C’è chi fa musica e c’è chi parla – a sproposito – di musica. Così è sempre stato e così sempre sarà.

20 October 2023

Il problema dell’aborto umano sordo è che egli non capisce (o non vuole capire) che non esiste alcuna violazione o reato nello scegliere un qualsiasi titolo per i propri brani – infatti nessuno si è mai lamentato per capolavori come Zimbello Di Porenzo (2022) o Nazistello Di Porenzo (2023) eccetera – mentre quello che egli definisce «informare il pubblico circa i reati commessi da Mario Rossi» è un reato, senza alcun dubbio. Se il suo scopo fosse davvero quello di «informare il suo pubblico circa le sue disavventure in rete», potrebbe farlo benissimo evitando di scrivere il nome e il cognome di chiunque sia coinvolto nella questione. Potrebbe scrivere, ad esempio: «Un tizio di cui non faccio il nome ha fatto questo» eccetera e andrebbe benissimo. Tuttavia, il nostro eroe malato ci tiene a «punire» e usa la sua tecnica preferita, che egli stesso ha definito tramite la frase, «Spammare ovunque i dati della persona da punire», il che corrisponde perfettamente al reato di diffamazione aggravata.
Egli è fatto così: è un criminale nel sangue – probabilmente per tradizione familiare – e quindi non può fare a meno di compiere questi gesti ignobili e infantili e meschini e incompatibili con qualsiasi uomo degno di tale nome. D’altra parte, egli scrive frasi come, «Io amo la vendetta» oppure, «Così egli impara a fare questo» oppure, «Egli deve essere punito per aver offeso Cristo e i cristiani» oppure, «Io sono uno spione in positivo» eccetera. Non si rende conto di quanto questa roba sia vomitevole e vergognosa e infantile e indegna di un uomo.
Non per niente, egli preferisce tenere nascosto sia il suo volto sia il suo nome, mentre utilizza ampiamente (e illegittimamente) i nomi e i cognomi altrui. Probabilmente, in cuor suo egli si vergogna, perché sa di essere una piccola deiezione.
Va bene così. Egli rimane l’esempio supremo di ciò che un vero uomo non sarà mai, quindi gli sono grato per l’utile servizio che fornisce gratuitamente. L’«Achille cristiano» scrive: «Se questo soggetto volesse denunciarmi per questo mio articolo dove ho riportato le sue violazioni e le sue offese scritte nei miei confronti, può farlo quando vuole». Come già detto tante volte, non ho alcuna intenzione di perdere il mio tempo e la mia energia per denunciare questo pagliaccio. Più avanti, questa cosa difettosa scrive: «Mi sono limitato a riportare le sue violazioni e a informare le persone che seguono il mio canale». Traduzione: «Mi sono limitato a fare opera di diffamazione aggravata nei confronti di una persona giuridica, inserendo arbitrariamente il suo nome e il suo cognome, i quali non erano affatto necessari allo scopo di informare le persone che seguono il mio canale». Poco dopo, la vergogna della specie umana scrive: «Lo sfido inoltre a trovare anche una sola offesa in questo articolo». Le offese sono infinite e si trovano sparse in tutti e due i suoi blog (perlomeno fino a poco tempo fa). I suoi «screenshot e prove» sono di per sé un reato, poiché nessuno l’ha autorizzato a usarli e inoltre tocca alla Legge – e non ai privati – utilizzare materiale altrui associato ad accuse di qualsiasi tipo. Frasi come, «Nessuno mi impedisce di informare i miei iscritti e chi mi segue di questo» sono profondamente disoneste, poiché l’atto di informare i propri iscritti circa qualcosa non implica necessariamente l’atto di pubblicare i nomi e i cognomi implicati nella faccenda. Stesso discorso per frasi come, «Io mi limito a riportare i fatti, senza offendere». Di nuovo: riportare i fatti non implica «riportare i nomi e i cognomi» e non è necessario offendere, per essere illegittimi e scorretti, oltre che infami. Esempio pratico: nel 2020, io ho ricevuto decine di falsi reclami da un utente YouTube del quale conoscevo il nome e il cognome. Ebbene, io non ho menzionato codesto nome e cognome e se l’ho fatto in qualche commento ho poi rimediato eliminando ciò che avevo scritto. Certamente, non ho pubblicato articoli pieni zeppi di passaggi comprendenti quel nome e cognome o addirittura titoli in rosso e in maiuscolo – in stile cartellone pubblicitario – comprendenti quel nome e cognome. Allo stesso modo, non mi sono messo a diffondere screenshot dei commenti di quel tizio senza occultare il suo soprannome dell’epoca. Se lo avessi fatto, mi sarei sentito un piccolo verme, oltre che un criminale. Al di là di questo… si tratta anche di stile: un uomo non farebbe mai cose del genere ma un omuncolo capace di fare affermazioni come, «Io sono uno spione in positivo», . Alla fine, si torna al punto di partenza: gli uomini non sono uguali ed io sono fiero di non appartenere alla categoria degli «spioni in positivo» o dei «cristiani vendicatori» o degli «amanti della vendetta», per i quali provo un misto di orrore, disprezzo e pietà. Un’altra delle assurdità illogiche scritte da questo prototipo umano mal riuscito è la seguente: Entro 3 mesi, quindi il mio vecchio articolo di segnalazione scritto sull’altro mio blog non ha più importanza, visto che lo scrissi un anno fa e l’ultimo aggiornamento risale al novembre del 2022. Ormai è passato quasi un anno dall’ultimo aggiornamento.
Ovviamente, questa affermazione non ha il minimo senso, poiché: finché i suoi articoli diffamatori sono presenti in rete, rappresentano un qualcosa che non dovrebbe esistere e che invece esiste, ergo sono perennemente nuovi e perennemente attuali! Al di là di questa ovvia constatazione, aggiungo (per quello che vale) che è egli stesso a scrivere – come ha fatto fino a tempi recentissimi – cose come, «Adesso aggiorno il mio articolo», riportando pubblicamente (come di consueto) il mio nome e il mio cognome, ergo non è vero che, «È passato quasi un anno dall’ultimo aggiornamento», poiché è passato circa un giorno! Ripeto: se egli ci teneva a informare i suoi utenti, poteva farlo senza riportare pubblicamente alcun nome e cognome e se qualche utente avesse chiesto dei dettagli, egli poteva invitarlo a scrivere privatamente. Questo è infatti il normale comportamento delle persone civili, corrette e collegate alla realtà. Nel caso di uno stronzetto e vigliacco e codardo e vendicativo e con velleità da punisher, invece, le cose vanno diversamente ed ecco spiegato il tragicomico fenomeno degli articoli pubblici recanti titoli come, «Violazioni e offese da parte dell’utente Mario Rossi, spiegazione (2023)», i quali rappresentano il modello perfetto del reato di diffamazione aggravata.
Sembra incredibile ma simile feccia umana esiste davvero, sebbene non abbia né una faccia né un nome e non conti un cazzo, a differenza degli eccellenti artisti che vorrebbe danneggiare – senza riuscirci minimamente.

19 October 2023

Recentemente, il trovatello senza nome né testicoli né fegato ha scritto, circa la mia persona e sempre riportando il mio nome e il mio cognome:

Egli ancora insiste con questa storia secondo cui io commetterei un reato (diffamazione aggravata) per aver riportato delle violazioni che ho subìto e delle offese scritte da lui nei miei confronti qui in questo mio articolo – nel dettaglio: screen di commenti pubblici scritti da lui su YouTube e niente di privato, né offese da parte mia.

Evidentemente, questa caricatura umana non si rende conto che non sono io a insistere
ma la Legge. Il reato di diffamazione aggravata consiste esattamente nel parlare male di una persona pubblicamente (senza che la vittima della diffamazione sia presente in quel momento) ed esso lo fa da due anni. Le mie occasionali (e rarissime) risposte dirette ai suoi commenti demenziali non rappresentano «diffamazione» ma solo ingiuria, la quale non è considerata più un reato sin dal lontano 2016. E non è affatto vero che esso (il trovatello) si sia limitato a «riportare screen» (cosa comunque grave e scorretta), poiché il suo blog è pieno zeppo di parole come «stalker», «fallito», «malato mentale», «ladro di musica altrui» eccetera, il tutto con chiarissimo riferimento al mio nome e cognome.
Da parte mia, non esiste nemmeno l’ombra di un reato attuale, tranne le famose richieste di rimozione video, per le quali nessuno mi ha denunciato per tempo (cioè entro novanta giorni) e che ormai non contano assolutamente nulla per la Legge. Inoltre, ciò che io scrivo nel presente blog è totalmente neutro e legale, poiché io non faccio mai né nomi né cognomi né soprannomi: il nulla più assoluto, a differenza di quella schifezza umana, che fa tutto il fattibile – ma sempre nascondendo accuratamente la propria faccia e il proprio nome.
Come ho già scritto più volte, non ho intenzione di denunciare questo essere vergognoso, poiché ho di meglio da fare e inoltre sono convinto che la sua esistenza sia la
peggiore punizione possibile ed io non voglio inferire.
Semplicemente, mi piace chiamare le cose con il loro nome.

È necessario un livello di demenza
particolarmente elevato, per non rendersi conto che «riportare pubblicamente violazioni» è esattamente ciò di cui si occupa il reato di diffamazione aggravata, laddove il diffamatore si mette al posto della Legge e invece di procedere nel modo corretto (cioè sporgendo denuncia e rimanendo in silenzio e lasciando agire la Legge), si mette a sbandierare ai quattro venti (o addirittura su internet!) le presunte violazioni di una persona ben precisa, dimenticando cose fondamentali come «il diritto all’oblio» e la riservatezza.
Da Wikipedia:

Con la 
locuzione «diritto all’oblio» si intende, in diritto, una particolare forma di garanzia che prevede la non diffusione, senza particolari motivi, di informazioni che possono costituire un precedente pregiudizievole dell’onore di una persona, per tali intendendosi principalmente i precedenti giudiziari di una persona.
In base a questo principio non è legittimo, ad esempio, diffondere informazioni relative a condanne ricevute o, comunque, altri dati sensibili di analogo argomento, salvo che si tratti di casi particolari ricollegabili a fatti di cronaca. 

Sorge spontanea una domanda: il piccolo criminale che dà del criminale ai suoi dèi capirà mai di essere solo un piccolo criminale scemo? Secondo me, no e il motivo risiede nella sua incredibile stupidità, la quale è a sua volta alimentata – e aggravata – dal suo fanatismo religioso che lo porta a pensieri aberranti del tipo, «Tizio deve essere punito per aver offeso Cristo e i cristiani».
Anche una scimmia capirebbe che il semplice fatto di riportare
pubblicamente un nome e cognome associandolo ad accuse o reati o falsità o qualsiasi altra cosa negativa è un reato e non è legittimo. Anche una scimmia capirebbe che se io scrivessi pubblicamente, «Mario Rossi è un ladro, mi ha rubato cinque euro», starei commentando un reato e in tal caso non avrebbe la minima importanza stabilire se codesta informazione è vera o falsa: la cosa importante sarebbe solo il fatto che io starei diffamando pubblicamente il signor Rossi!
Tuttavia, il cristiano immaginario è
più stupido di una scimmia, quindi non comprende.
D’altra parte… «Beethoven era venduto a Lucifero», quindi… di che stiamo parlando?

Il diagramma di uguale intensità sonora rappresenta la misura della pressione acustica in dB Spl al variare della frequenza, disegnando alcune curve di sensibilità media rispetto all’intensità di riferimento e alle quali l’ascoltatore percepisce la stessa intensità uguale e costante, quando sottoposto a impulsi sonori puri di ogni frequenza di
test, rispetto alla frequenza di riferimento.
L’unità di misura dell’intensità sonora è il phon ed è definita in rapporto ai diagrammi di questo tipo. Per definizione, due onde sinusoidali di frequenza differente hanno la stessa intensità sonora se sono percepite come di medesima intensità da una persona senza particolari problemi uditivi.
In onore dei primi sperimentatori della sensazione uditiva (1933), a questi diagrammi ci si può riferire anche col nome di «audiogramma normale di Fletcher e Munson». Tuttavia, oggi questa denominazione sarebbe scorretta, poiché le curve sono state poi definite più correttamente dal più moderno standard internazionale Iso 226 del 2023, basato su dati sperimentali ottenuti in diverse nazioni.

Il Fender Rhodes è un particolare tipo di pianoforte elettrico. Per il suo suono caratteristico, è stato usato spesso nella musica jazz e ...