30 June 2024

Buongiorno!
Buongiorno!
Che ore sono?
Le otto e due.
Che fai?
Scrivo.
Sei felice?
Sì.
Che pensieri scorrono attraverso la tua scatola cranica?
Quelli che il mio corpo richiede, per raggiungere i suoi scopi.
E quali sono i suoi scopi?
Nessuno lo sa.
Ti capita, di inventare cose circa le altre persone?
No.
Come mai?
Perché so che ognuno di noi può parlare legittimamente solo di sé stesso e di fatto è questo che avviene, anche quando parliamo «degli altri».
Se vedi uno stronzo e lo definisci stronzo, non stai inventando qualcosa circa gli altri?
No, sto solo chiamando le cose con il loro nome… ma se dico, «Tizio ha fatto questo per codesto motivo e mosso da codeste intenzioni», allora sto inventando qualcosa, il che generalmente coincide con l’azione chiamata «proiettare su Tizio le mie abituali motivazioni e intenzioni». Le invenzioni circa gli altri sono sempre verità circa sé stessi.
In che cosa credi?
In niente.
Qual è il tuo diffusore acustico preferito?
Il 5C della Auratone.
Qual è la tua reazione ai complimenti?
L’indifferenza.
Qual è la tua reazione alle denigrazioni?
L’indifferenza.
Come mai?
In entrambi i casi, si tratta di roba che riguarda il mittente, non il destinatario.
Qual è la musica che ascolti più volentieri?
La mia.
Come mai?
Non saprei, il mio corpo la gradisce.
Ti piacciono i Pink Floyd (1965-68)?
Molto.
Ti piacciono i «Pink Floyd» (1968-94)?
No, tranne – un po’ – l’albo Animals (1977), al quale sono legato, poiché lo ascoltavo continuamente nel 1982-83, mentre disegnavo.
Che cosa provi, per l’inventore anonimo (*1994)?
Gratitudine.
Hai mai rubato un brano?
No.
Adesso, che ore sono?
Le otto e trentuno.
Qual è la tua opinione su Catania?
Ritengo sia la città più bella della Terra.
Ti piace Wright?
No.
Ti piace Emerson?
Sì.
Che droghe utilizzi, in questo periodo?
Cibo, caffè e birra.
Hai qualcosa contro chi utilizza altre droghe?
Certo che no. Ognuno è libero di fare quello che vuole e non esiste alcuna regola. 
Che cos’è il giudizio «morale»?
Una tendenza molto forte in chi è povero di spirito.
Una cosa che ti fa schifo?
Gli spioni.
Grazie.
Di nulla.

28 June 2024

È sempre istruttivo e divertente, osservare le invenzioni dell’ignoto che dà dell’ignoto ai noti.
Qualche breve esempio…
1. Egli inventa che io penserei di sapere qualcosa su di lui, mentre io non penso di sapere nulla, a parte le cose plateali come la sua stupidità, il suo fanatismo, il suo disprezzo per tutta la specie umana (che egli etichetta con la buffa espressione «figli del mondo»), il suo essere un mentitore che si vanta di esserlo eccetera.
2. Egli inventa che io mi sarei «bevuto delle false informazioni scritte da lui per farsi qualche risata», mentre io non mi sono bevuto nulla, poiché non credo in nulla e mi sono limitato a prendere atto della sua ignobile natura.
3. Egli inventa che i suoi scritti – privi di qualsiasi peso – avrebbero «colpito nel segno», quando in realtà hanno solo confermato ciò che già sapevo.
4. Egli inventa che io sarei «
un completo fallimento, sia come persona sia come musicista», il tutto senza avere alcuna competenza in musica e senza conoscere né la mia persona né i miei scopi né la mia vita. Un caso esemplare di proiezione, quindi.
5. Egli inventa che io sarei «mosso da livore».
6. E
gli inventa che io «gli vorrei bene per finta» e che in realtà «lo odierei e farei di tutto per scoprire chi è, in modo da commettere reati ancora più gravi». In realtà, io provo sincera gratitudine per questo buffo essere anonimo… inoltre, non si capisce a quali «reati» egli si riferisca, poiché tutto si riduce a qualche vecchia richiesta di rimozione video (2021-22), successivamente ritirata e comunque, permessa da YouTube. 
7. Egli inventa che le sue buffe parole anonime sarebbero «la verità» e persino che codesta «verità» mi avrebbe «fatto male» e mi avrebbe «colpito», quando in realtà io rido da tre anni e mi limito a disprezzarlo, senza alcun rancore.
8. Egli inventa che la buffa frase, «T
utto è vanità» sarebbe una «grande verità» che colpisce sempre nel segno e che mi farebbe «rosicare» (la sua parola preferita)… quando in realtà, quella frase mi fa ridere di disprezzo, essendo l’emblema della decadenza «cristiana» e della rinuncia alla vita, in favore di un’immaginaria «altra vita». Egli ha ragione.

26 June 2024

Personalmente, non mi considero né un «creazionista» né un «evoluzionista» e mi pongo «al di là della creazione e dell’evoluzione», per così dire. Certamente, non farò mai affermazioni profondamente stupide e disoneste come, «Questo prova che…», poiché le certezze non esistono in nessun caso. Qualsiasi dogmatismo è incompatibile con l’intelligenza. Il fanatismo – sia da parte degli scientisti sia da parte dei «cristiani» – è lontano mille miglia dalla libertà che caratterizza noi spiriti liberi, che ci limitiamo a vivere questa vita misteriosa nel migliore dei modi, cioè facendo arte e ridendo di chiunque abbia la ridicola pretesa di conoscere «la verità». L’ignoto che dà dell’ignoto ai noti è molto zelante nell’arte di scrivere presso i canali YouTube altrui, allo scopo di raccontare (a perfetti sconosciuti e disinteressati) dei suoi crimini (diffamazione aggravata e altri), che egli curiosamente definisce «articoli di segnalazione». In codesti divertentissimi resoconti circa la sua malattia mentale avanzatissima, egli racconta di essere «citato e insultato», come se fosse possibile citare e insultare un’entità senza nome e inesistente. Egli non perde occasione per vantarsi della sua natura di spione e impiccione e pettegolo, impicciandosi di cose che non lo riguardano in alcun modo e proiettando sulla splendida musica dilorenziana la sua personale condizione di pseudo-uomo programmato dalla Bibbia e creativamente impotente. Come se non bastasse, egli si vanta (invece di vergognarsi) delle sue future attività di spione, poiché ha già deciso che «andrà a riferire ai ‹Pink Floyd› che alcuni loro brani sarebbero stati rubati e storpiati» dal sottoscritto. Io non smetterò mai di ridere e di ringraziare il fato per avermi fatto dono di codesto esilarante spettacolo gratuito!

25 June 2024

L’imbarazzante espressione, «Tutto è vanità» è una delle più false e contrarie alla vita in assoluto ed è tipica di chi ha rinunciato alla vita per concentrarsi su un’immaginaria «altra vita» che non è mai esistita e mai esisterà.
In realtà, niente è vanità: ogni singolo istante di questa meravigliosa vita è di importanza suprema… ma non per chi ha perso la partita sin dalla nascita – magari per problemi di cattivo sangue – e non ha altra speranza che la menzogna dell’«altro mondo» (immaginario), avendo fallito in questo.
Essa rappresenta la bugia per eccellenza ed è facile che sia espressa da bugiardi professionisti, abituati a dire tutto e il contrario di tutto e a vantarsi delle proprie menzogne, essendo totalmente, disperatamente incapaci di verità o di concretezza e persino di operazioni embrionali come quella di mostrare il proprio nome o la propria faccia.
Generalmente, la bugia in questione si accompagna a bugie analoghe quali «l’eternità», l’«altruismo» e il «peccato».
Noi uomini sinceri ringraziamo il fato per non averci fatto come costoro. Preferirei morire, piuttosto che ridurmi a scrivere puttanate in rima come fa il nemico del mondo, incapace di argomentare una qualsiasi cosa e traboccante di veleno sin da quando è stato evacuato, nel 1994.
A proposito: scrivo «1994» non perché io creda alle sue parole – prive di qualsiasi peso – ma semplicemente perché il mio istinto mi suggerisce che l’evacuazione di codesto omuncolo anonimo è avvenuta proprio quell’anno, in concomitanza con la pubblicazione del trascurabile albo di Davide, Riccardo e Nicola.
Lunga vita all’ex fumettista!

I nobili sono fieri della propria sincerità; i plebei si compiacciono delle proprie menzogne.
La disuguaglianza domina e guai se così non fosse.
In casi particolarmente ripugnanti, i plebei agiscono anonimamente, il che rende inconsistente ogni azione, ogni parola, ogni gesto proveniente da loro.
Noi artisti lasciamo il segno; i plebei anonimi sono immersi nell’oblio molto prima che la morte fermi il loro minuscolo cuore.

24 June 2024

Ancora invenzioni da parte del criminale anonimo (*1994)
1. Egli inventa che io praticherei il bullismo e la diffamazione da quasi tre anni, mentre in realtà, io mi limito a fare musica.
2. Egli inventa che io mi sarei macchiato dei seguenti reati: diffamazione, falso ideologico, violazione della privacy, violazione della riservatezza. In sostanza, egli attribuisce a me quello che fa lui da quasi tre anni, offendendo la mia reputazione pubblicamente e riportando i miei dati pubblicamente – mentre da parte mia non c’è neanche l’ombra di un reato.
3. Egli inventa che io mi sarei permesso di inventare delle cose sul suo conto, cioè quello che fa lui rispetto a me, come si evince dal presente elenco. 4. Egli inventa che io lo accuserei di insultare «persone mai nominate da lui» – come se i suoi articoli tramite i quali offende Nietzsche e altri uomini non fossero una realtà. Aggiungo che egli non ha un nome, quindi non esiste e quindi non può essere né diffamato né accusato di nulla. (Infatti, io sto scrivendo di un’entità anonima, non di un uomo reale…)
5. Egli inventa che io soffrirei di «disturbo ossessivo compulsivo» e «vede» continuamente «violazioni» che non esistono, mentre non vede le sue (che sono abbaglianti come la luce del Sole).
6. Egli inventa che io «avrei lasciato intendere di essere armato e senza il porto d’armi».
7. Egli inventa che l’unico vero motivo per cui io ho smesso di inviare richieste di rimozione video, sarebbe che «avevo paura che il mio canale potesse essere chiuso da YouTube», mentre in realtà la mia è stata una scelta istintiva e naturale, come dire: «Non sono più interessato a liberare YouTube da certa spazzatura, non è compito mio».
8. Egli inventa che «il mio intento» (nel 2021-22) era quello di «danneggiarlo per dispetto». La sua demenziale tendenza a fare dichiarazioni di fantasia circa le intenzioni altrui è ormai famosa.
9. Egli inventa che i miei brani sarebbero «denigratori», nonostante l’impossibilità per la musica (specialmente quella strumentale) di poter «denigrare».
10. Egli inventa che io avrei eliminato il brano Marco Annibali (2021) «perché sapevo che la cosa sarebbe stata alquanto scorretta e pure infima», mentre in realtà io l’ho eliminato solo perché non mi piaceva abbastanza, trattandosi di un brano per oboe solo, poco efficace e abbastanza debole.
11. Egli inventa che con la mia eliminazione del brano Marco Annibali, io avrei «dimostrato in modo inoppugnabile cosa faccio e cosa ho fatto varie volte: realizzare dei brani per dispetto», mentre in realtà, io non ho dimostrato un cazzo di niente e ho semplicemente eliminato un brano che non mi soddisfaceva.
12. Egli inventa che il mio non sarebbe un fare musica ma un «offendere». 13. Egli inventa che il mio sviluppare idee musicali altrui in modo diverso sarebbe «un dispetto», mentre in realtà, si tratta solo di creatività, oltre che di una sfida con me stesso: «Come posso trasformare una cosa brutta in una cosa bella?». 14. Egli inventa che io sarei «annoiato e dispettoso», mentre in realtà io sono lieto e umile. Insomma, nulla di nuovo: egli inventa… Talvolta, egli tira fuori dal cassetto invenzioni più vecchie – ma altrettanto scollegate dalla realtà – e così, i suoi demenziali spazi virtuali crescono… Perché lo faccia rimane un mistero, poiché chiunque volesse avere delle informazioni circa il sottoscritto, chiederà ovviamente a me, ricevendo risposte corrette – piuttosto che perdere il proprio tempo con infantili menzogne inventate da uno stronzetto anonimo e in preda all’ira. Va bene così. Gli uomini non sono uguali. Noi uomini sinceri ringraziamo il fato.

23 June 2024

Nuove invenzioni della mosca (*1994) circa il sottoscritto
1. Egli inventa che io realizzerei i miei brani «per dispetto», cioè quello che fa lui, sebbene il termine «brani» sia poco adatto alle deiezioni da lui realizzate. 2. Egli inventa che i miei brani sarebbero «denigratori», mentre in realtà si tratta solo di musica strumentale, sempre e comunque. 3. Egli inventa che «il mio intento» sarebbe quello di «prendere in giro e insultare le mie vittime di turno», mentre in realtà il mio intento è solo quello di fare musica – inoltre non ho vittime, non essendo un carnefice (però sono vittima di diffamazione da parte della mosca anonima). 4. Egli inventa che io avrei smesso di caricare certi video con immagini diverse «perché sapevo di sbagliare», mentre in realtà ho smesso solo perché non mi piace l’idea di avere diversi video con lo stesso brano (lo trovo poco professionale). 5. Egli inventa che io avrei eliminato alcuni brani per lo stesso motivo del punto 4, mentre in realtà io ho eliminato dei brani soltanto perché non mi piacevano abbastanza o contenevano errori. 6. Egli inventa che se io conoscessi il suo nome, «avrei già realizzato vari brani utilizzando quel nome come titolo». In realtà, egli non può sapere «che cosa farei io se»… e anche se io decidessi di fare ciò che egli pensa, quale sarebbe il «problema»? Se qualcuno componesse un brano e lo intitolasse Marcello Di Lorenzo, a me non fregherebbe nulla e se fosse un bel brano, sarei persino felice… ma a quanto pare, non tutti sono così liberi e sani e coraggiosi
7. Egli inventa che io «odio gli altri e faccio i dispetti sul web mosso da rancore», mentre in realtà io amo la vita e il mondo e persino lui – poiché mi fa ridere gratuitamente da ben tre anni – e ciò che faccio è mosso unicamente da istinto musicale.
8. Egli inventa che io «danneggerei gli altri» ma io mi limito a fare musica e a scrivere i miei pensieri, mentre l’unico che tenta di fare danno è lui: nella fattispecie, diffamando un uomo ben preciso, tramite una caterva di bugie che non hanno il minimo collegamento con la realtà. 9. Egli inventa che io «negherei sempre ciò che faccio», mentre io non nego mai nulla. Infatti, non ho mai negato – tanto per fare un esempio – di aver inviato delle richieste di rimozione video (alcune legittime, altre no) dal dicembre del 2020 al luglio del 2022. 10. Egli inventa che «mi demolisce sempre con screen e fatti» ma di fatto non demolisce un cazzo e dimostra solo di essere uno psicopatico pericoloso che trascorre la sua esistenza collezionando screen di materiale altrui che poi pubblica illegittimamente, confermando così di essere un criminale «che se ne sbatte delle leggi degli uomini». 11. Egli inventa che io «non dovrei nemmeno starci su YouTube» ma si sbaglia di grosso e infatti io sono su YouTube e anche su mille altri luoghi virtuali nei quali resterò per sempre, a differenza sua che non è da nessuna parte, poiché non ha un nome e quindi non esiste, povero stronzo malato e pieno di odio nei confronti di questo mondo meraviglioso che non ha alcun bisogno di lui e di quelli come lui. 12. Egli inventa che io «ci credo» al fatto che il suo anno di nascita sarebbe il 1994 (come se me fottesse qualcosa), mentre in realtà io non credo in nulla e tanto meno alla «parola» di un tizio senza faccia e senza nome che ama definirsi «il cavaliere di Dio» e che «non vede l’ora di vedere i figli del mondo spazzati via dal Signore» e che si vanta (invece di vergognarsi) delle sue bugie.

22 June 2024

Ecco un esempio perfetto di fanatismo e di potenziale pericolosità, espresso da un criminale anonimo specializzato in diffamazione aggravata, in violazione della riservatezza e in violazione del diritto all’oblio: Personalmente, io me ne sbatto delle leggi (l’unica cosa che conta è la Legge di Dio, non quelle degli uomini, le quali sono create e poi cancellate in base a chi è più forte e riesce a dominare sull’altro, com’è sempre stato). Non credo ci sia altro da aggiungere, poiché questa frase suona esattamente come: «Io sono un criminale ma me ne sbatto, perché io seguo solo il mio immaginario dio». In tribunale sarebbe molto convincente… Frasi come, «L’anonimato sulla rete è meglio anche del sesso» rappresentano il perfetto manifesto dell’impotenza associata alla vigliaccheria e alla perversione e mi ricordano quanto sia vero che gli uomini non sono uguali e che la stessa, identica cosa può essere veleno o ambrosia a seconda del tipo di uomo che ne usufruisce. Ovviamente, per il codardo, impotente, disonesto, ambiguo, ingannatore, debole e malato (in una parola: per il «cristiano»), l’anonimato è una «splendida soluzione» ma per l’uomo vero, pieno di onore, orgoglio, fierezza e creatività, è qualcosa di stomachevole, da evitare come la peste. Allo stesso modo: per un orecchio scadentissimo, rozzo ed embrionale, i capolavori futuristici rilasciati dal genialissimo Zappa nel 1986-93 saranno solo «decadenti note a caso» ma susciteranno l’eterna ammirazione del compositore navigato e sensibile alla genialità. A ciascuno il suo, come è sempre stato. Noi speriamo sempre che l’aborto anonimo specializzato nell’arte di sputare sopra tutto ciò che mette in discussione il suo immaginario dio campi più a lungo della sua ultima vittima, in modo da potersi godere ogni minuto della sua esistenza fatta di divieti, penitenze, letture della Bibbia, rinunce, anonimato, castità, pentimenti, succo di mela verde e giri in bicicletta – ben lontano dall’isola più bella del mondo, scelta dagli antichi Greci millenni prima della nascita di quel coglione di Gesù. Lo scarafaggio anonimo (*1994) scrive: Morte, oblio e perdizione a un certo criminale che avrà ciò che si merita quando sarà giudicato nell’ultimo giorno. Noi, invece, auguriamo una lunga vita a codesto signore seriamente convinto che esista una cosa come «l’ultimo giorno» (totalmente incompatibile con la realtà) e irrispettoso della Legge, che egli preferisce sostituire con le buffe regole da lui inventate. Proprio come recita il titolo dell’eccellente singolo dilorenziano pubblicato il 7 giugno scorso: lunga vita al paziente K​.​! Il contenitore anonimo di veleno scrive: È sempre doveroso evidenziare la differenza abissale che vi è tra gli uomini e le donne figli e figlie di Dio e le bestie figlie del mondo, esattamente come la grande differenza che vi è tra il virtuoso e il vizioso, tra il forte e il debole, tra l’altruista e l’egoista e così via. Alla fine, per me sarà un piacere vedere tutti i figli del mondo che saranno spazzati via e infine puniti dal Signore. Questo mondo ha i giorni contati e bisogna soltanto attendere. Gloria a Dio e al cristianesimo, la scuola della vita, la via e la sola e vera salvezza. In sintesi, egli crea una distinzione immaginaria e basata sul nulla, poiché non esiste alcun dio né alcuna prova della sua esistenza né alcuna ragione per cui qualcuno dovrebbe essere un «virtuoso» (categoria molto vaga)… inoltre è stato dimostrato che l’altruismo non esiste, essendo soltanto una forma di egoismo mascherato. Dopo di che, questo giovane mostro anonimo esprime – ancora una volta – il suo odio e il suo veleno, affermando di desiderare la morte e la «punizione» dei suoi simili, che egli definisce arbitrariamente «figli del mondo» ma che sono identici a lui – sebbene molto più sani di lui, poiché non coltivano simili sentimenti vergognosi e indegni di un uomo. Infine, egli conclude glorificando l’inesistente «Dio» e l’orribile «cristianesimo», che definisce erroneamente «scuola della vita» (mentre in realtà la scuola della vita è l’esperienza, che egli evita come la peste) e «sola e vera salvezza», il che implica la buffa idea secondo cui «dovremmo salvarci» (ma non si capisce da cosa). In sintesi: malattia mentale avanzatissima e odio per la realtà e per il mondo. La cosa più incredibile è che un simile concentrato di veleno mortale dà del «rosicone» (la sua parola preferita) a chi ride, crea, si diverte e gli augura pure una lunga vita.

20 June 2024

Frasi come, «Così la penso io e così è» sono esempi perfetti di che cosa siano l’intolleranza e la presunzione. Qualsiasi persona normale direbbe, «Io la penso così ma non ho la pretesa di conoscere la verità», mentre gli intolleranti che danno dell’intollerante ai tolleranti dicono: «Così la penso io e così è». 
Il curioso fenomeno per cui gli infantili, impotenti e codardi danno dell’infantile, impotente e codardo ai maturi, potenti e coraggiosi è certamente affascinante. Ogni riferimento al geniale autore del brano Marcellina, Come Ti Senti? (2022) è puramente casuale.
Coloro i quali vedono «
avversione alla vita e viltà», laddove ci sono amore per la vita e coraggio, dimostrano di essere totalmente, disperatamente rovinati e di percepire tutto al contrario.
Uno degli aspetti più inquietanti dello scarafaggio anonimo (*1994) è la sua convinzione che esista una «vita eterna offerta a tutti dal nostro Padre», senza mai rendersi conto che non esiste nulla del genere e che egli vive nel mondo dei sogni.
Ecco una sua frase geniale, nella sua assoluta follia: 

In ogni caso, io avrò sempre da guadagnarci e ho già vinto, sia che esista Dio sia che non esista; poiché, nel primo caso, sarei estremamente felice e godrei nel sapere che i criminali sarebbero puniti per l’eternità senza alcuno scampo, mentre nel secondo caso, poiché io avrei lo stesso ciò che desidero: la fine eterna e il nulla. 

Considerando che codesta, buffa frase è stata scritta da un criminale anonimo specializzato nel reato chiamato
diffamazione aggravata e in altri reati simili, uno non sa se ridere o piangere.
Trovo affascinante anche il suo riconoscere che egli desidera il
nulla, cioè l’opposto della vita. Nietzsche lo diceva già nel 1888: i sedicenti cristiani sono nemici della vita.
Ed ecco un perfetto esempio di autobiografia in rima:

difettosi, maleodoranti, inferiori e buffi pidocchi dei quali bisogna sempre ridere di pietà, data la loro impotenza, boria e sterilità, ormai una plateale ovvietà…

Qui, finalmente, il punisher dei poveri dimostra una certa precisione nella difficile arte di descrivere in modo esatto la propria condizione.

19 June 2024

Periodicamente, lo stronzetto anonimo nascosto dietro il titolo del mio brano Kasus Pathos (2021) ci delizia con le sue tragicomiche invenzioni.
1. Egli inventa che le persone sane, normali avrebbero «voltato le spalle a Dio» (personaggio di fantasia).
2. Egli inventa che il «cristianesimo» sarebbe
 «per i forti, per i virtuosi e per i rari», mentre di fatto è soltanto una perversione, molto seguita da chi rinuncia alla vita, preferendo concentrarsi sull’immaginaria «vita eterna».
3. Egli inventa che l’odio e la rabbia rafforzerebbero il corpo e la mente, mentre in realtà sono soltanto delle
patologie, incompatibili con i veri uomini. Non per niente, Napoleone diceva: «Un uomo degno di questo nome non odia mai».
4. Egli inventa che i
 «figli del mondo» (categoria immaginaria) odierebbero i «figli di Dio» (altra categoria immaginaria) e sarebbero «invidiosi della loro potenza e virtù» (potenza e virtù inesistenti, specie nei «cristiani» anonimi).
5. Egli inventa che gli uomini normali, sani – che ovviamente non riconoscono l’immaginaria distinzione presente nel punto 4 – odierebbero i «figli di Dio» (categoria immaginaria), poiché «cadrebbe tutto il loro castello di carte basato sulla menzogna e sulla negazione della realtà». (Frase presa in prestito da Di Lorenzo – come di consueto – e perfettamente adatta a descrivere i «cristiani».)
6. Egli inventa che «bisogna soffrire, rinunciare, temprarsi e fortificarsi per essere dei veri uomini», proprio lui che è nato ieri e non ha nemmeno il coraggio di presentarsi al mondo. 
7. Egli inventa che «tutti i figli del mondo saranno spazzati via e infine puniti dal Signore» e che «questo mondo ha i giorni contati e bisogna soltanto attendere», confermando così la sua natura di malato di mente, pieno di odio e rabbia e ira e – per citare la sua parola preferita – «rosicamento».
8. Egli inventa che «l’uomo creativo crea e al massimo si ispira; l’uomo sterile ruba e storpia». Una regoletta arbitraria e senza senso (specie se espressa da chi non ha mai creato nulla) e smentita da tutti i grandi creatori che hanno abitualmente rubatoStravinskij, Emerson, Williams, Picasso, Skakespeare, Bartók eccetera.  
9. Egli inventa che i «grandi compositori» di quei brevi frammenti che sono stati usati da altri grandi compositori «riderebbero dei risultati raggiunti dai secondi». In altre parole, egli fa affermazioni per conto di altre persone: un classico, nel campo della menzogna e della scorrettezza… 
10. Egli inventa che qualcuno «sarà giudicato per ciò che ha compiuto in vita e patirà come un cane per l’eternità a causa del suo tradimento nei confronti del suo Padre e Creatore», nonostante il fatto che questo fantomatico «Padre e Creatore» si trova solo nella sua immaginazione e quindi non fa testo.
11. Egli inventa che io non capirei che a lui «non frega assolutamente un accidente se la mia condotta è offesa o screditata pubblicamente», mentre io lo capisco benissimo e so che dipende dalla sua natura criminale (probabilmente ereditaria), rafforzata dal fanatismo di credersi un esponente (anonimo) della «verità» e – peggio ancora – uno che «segue solo Dio e non le leggi degli uomini» (lo stesso modo di pensare dei terroristi islamici).
12. Egli inventa che io «rosicherei continuamente», mentre di fatto io rido continuamente (da tre anni) e spero sempre che egli continui ad essere esattamente com’è e a fare esattamente ciò che fa, in modo tale che le mie risate possano proseguire fino al mio ultimo respiro.
13. Egli inventa che io «vorrei sembrare giovane quando non lo sono più». In realtà io sono semplicemente me stesso e so bene che i veri giovani lo sono per tutta la vita, esattamente come i veri vecchi lo sono per tutta la vita… Aggiungo che niente è più vecchio di un «cristiano».
14. Egli inventa che io sarei un «anticristiano», mentre in realtà io nego l’esistenza dei «cristiani», escludendo il buffo Gesù, deceduto duemila anni fa e mangiato dai vermi, come tutti.
15. Egli inventa che il suicidio sarebbe «un atto di pura debolezza e codardia» e poi definisce il geniale Keith Emerson (1944-2016) «un povero scarto decadente e ubriacone», il tutto sempre restando anonimo e nascondendo la propria faccia

Mi fermo qui. Il livello
infimo di codesto esemplare di aborto umano lo conosciamo ormai tutti e le risate di pietà – per lui e per la sua disgraziata famiglia – sono garantite per i prossimi cinquecento anni. 
Come già detto, se ci fosse un dio, lo fulminerebbe ma per sua fortuna non esiste nulla del genere.

15 June 2024

Ancora qualche divertente invenzione del ragazzo speciale (*1994) circa il sottoscritto 1. Egli inventa che io non avrei alcun amico sulla rete. 2. Egli inventa che un tizio «mi avrebbe mollato» e che dopo «si sarebbe beccata una certa musica imbarazzante», il tutto senza conoscere né me né la persona in questione né le dinamiche. Egli è fatto così, sa soltanto inventare, così… a caso. Puro e semplice pettegolezzo da portinaia analfabeta (probabilmente un retaggio di famiglia). 3. Egli inventa che io «amerei negare la realtà, vedendola costantemente alla rovescia», cioè esattamente quello che fa lui, espresso con le mie parole (prese in prestito da me, per l’ennesima volta). 4. Egli inventa che io sarei «un ex cannato e magari pure ex drogato», il che è ovviamente falso ma anche irrilevante, poiché anche se io lo fossi, non si tratterebbe di un «problema», soprattutto se paragonato al vizio ben più grave di essere un «cristiano». (Qui, aggiungo una divertente parentesi: egli considera il mio «essere pieno di tatuaggi» come qualcosa di deplorevole, mentre in realtà l’unica cosa deplorevole è formulare pensieri così demenziali.) 5. Egli inventa che io non avrei mai creato né prodotto «nulla di decente» in vita mia, nonostante l’evidenza del contrario e con l’aggravante che egli stesso (prima del 13 agosto 2021) si era espresso nei confronti delle mie creazioni utilizzando parole come «capolavoro», «stupenda musica» eccetera, salvo poi dire (recentemente) che «era tutto finto», come se a me potesse importare qualcosa della sua passione per l’inganno e per la menzogna a oltranza, inevitabile in chi si crede «cristiano» e quindi vive necessariamente di menzogne. 6. Egli inventa che io penserei davvero che egli sia stato sincero nel comunicarmi la sua data di nascita. In realtà, io non credo in niente e in nessuno (l’ho sempre detto, anche al finto cristiano), quindi sono indifferente oggi come lo ero allora e non mi meraviglio se uno stronzetto falso confessa in ritardo di essere uno stronzetto falso. Semplicemente… non mi riguarda: io ho la mia strada da uomo sincero ed egli ha la sua strada da stronzetto falso. 7. Egli inventa che io avrei una calligrafia che fa pietà. 8. Egli inventa che io avrei dei «gusti musicali che fanno ridere i polli». (Zappa, Emerson, Beethoven, Mozart, Vangelis… Direi che si commenta da sé…) 9. Egli inventa che io sarei un «ignorante in campo musicale» ma al contempo non distingue un intervallo di quarta giusta da un intervallo di quinta giusta e deride Salieri a causa di una pellicola romanzata degli anni ottanta e non sa né leggere né scrivere la musica. 10. Egli inventa che io non possederei alcun talento ma tuttavia prima del 13 agosto 2021 diceva che io «spiccavo per il mio talento». In realtà, spiccava lui, per il suo talento nell’arte della menzogna, così perfetta per un «cristiano» ma così vergognosa per un uomo. 11. Egli inventa che io sarei «un povero ex ubriacone che sfasciò la sua auto», poiché le sue indagini circa la mia vita (il suo chiodo fisso) hanno rivelato un simpatico evento risalente al dicembre del 2003. 12. Egli inventa che il mio cambiare l’immagine del profilo (passando al colore nero) dovrebbe significare «avere il deretano più nero della pece». Mi torna in mente la faccia di Messi, nel 2017… 13. Egli inventa che io avrei «perso» e che io «sparirò dalla rete». 14. Egli inventa che io sarei stato «ingannato da lui», pur sapendo che io non credo in niente e che quindi nulla mi inganna. Insomma… egli inventa. Il resto è conseguenza. Ne prendo atto, con serenità e bevo un po’ di acqua frizzante…

14 June 2024

Alcune delle infinite invenzioni dell’aborto umano (*1994) circa la mia persona 1. Egli inventa che io avrei «deciso di imitare uno dei miei target» ma io non ho target e se ho deciso di scrivere «coloro i quali» è perché mi piace di più, rispetto a «quelli che». 2. Egli inventa che io darei noia alla gente, mentre in realtà io mi limito a portare avanti i miei interessi musicali e letterari. (Non sono io quello che da quasi tre anni tenta di dare noia agli altri pubblicando articoli diffamatori.) 3. Egli inventa che io «avrei il deretano pepato e batterei i piedi», quando io non faccio che ridere da tre anni, mentre quello che frigna è lui (il suo iracondo reato di diffamazione lo conferma). 4. Egli inventa che io non conoscerei la differenza tra la Chiesa cattolica e quella cristiana. La conosco e mi fanno schifo tutte e due. 5. Egli inventa che «per me egli esiste», solo perché mi diverto a leggere le puttanate impotenti che egli scrive, mentre in realtà egli segue me il doppio e per di più colleziona screenshot di roba mia 24 ore al giorno. (Più di una volta è riuscito a farlo anche quando avevo cancellato qualcosa trenta secondi dopo averla pubblicata!) 6. Egli inventa che io «non comprenderei il fatto che una persona ha il diritto di frequentare chi vuole, di smettere di essere amica di una persona quando vuole, di cancellare i propri video sui propri canali e i propri commenti scritti quando e dove vuole» eccetera, mentre io lo comprendo benissimo e non ho nulla in contrario. Di più: in certi casi sono felicissimo quando accade e talvolta agisco allo scopo di farlo accadere. 7. Egli inventa che io sarei fanatico e intollerante, mentre l’unico fanatico e intollerante è lui. Basti pensare alla divertente frase, «Io non tollero chi insulta Dio!», la quale è una frase intollerante per definizione. 8. Egli inventa che io vorrei «piegare gli altri al mio volere», mentre in realtà io non ho mai imposto nulla a nessuno in vita mia. 9. Egli inventa che io avrei giudicato la sua «produzione musicale», mentre io mi limito a ridere, anche perché non c’è nessuna produzione musicale. 10. Egli inventa che la mia «produzione di video» farebbe «ridere i polli». Peccato che io produco musica, non video, quindi il suo commento non ha senso e comunque i miei video minimali e senza pretese sono perfetti, a differenza delle sue «produzioni musicali». 11. Egli inventa che io non avrei alcun talento né alcuna conoscenza dell’editing dei video, il che non è vero. Semplicemente, io non faccio video ma musica, quindi tirare in ballo questa cosa è un po’ come dire a un calciatore: «Tu non hai alcuna conoscenza nel campo dell’architettura!». Demenziale o comunque fuori tema. 12. Egli inventa che io sarei doppiopesista, perché «giudico male la sua musica ma non giudico male i miei video minimali». Nessuna contraddizione: i miei video minimali sono perfetti – pur essendo minimali – mentre la sua musica… lasciamo stare. 13. Egli inventa che io sarei incoerente, in quanto lo avrei definito (in passato) «un ragazzo intelligente». Nessuna incoerenza: prima del 13 agosto 2021, non avevo ancora visto la sua reazione da idiota fanatico al mio pubblicare alcune citazioni nicciane e quindi non potevo sapere che egli era quello che era (però lo sospettavo). 14. Egli inventa che io non comprenderei che egli copre il nickname dei suoi amici dagli screen dei commenti per non metterli in mezzo. In realtà, lo comprendo benissimo: mi limito a notare che quando egli afferma che «non c’è niente di male nel pubblicare screen senza occultare il nome», mente. 15. Egli inventa che io «mentirei a me stesso, sapendo di mentire». Cioè quello che fa lui, ad esempio quando dice a sé stesso di avere «le prove dell’esistenza di Dio», sapendo benissimo che non le ha. E comunque, lo ha pure ammesso più volte, che egli mente, a differenza mia. 16. Egli inventa che io non comprenderei il fatto che egli possa avere le sue legittime opinioni riguardo alla musica e che possa cambiarle quando vuole, mentre io lo comprendo benissimo, solo che mi sembra un po’ strano che quelle opinioni cambino di colpo proprio il 13 agosto 2021, in concomitanza con il mio aver pubblicato alcune frasi di Nietzsche. (A proposito di mentire a sé stessi…) 17. Egli inventa che io infrangerei la Legge ma non è così. Tutto ciò che faccio è perfettamente legale e le richieste di rimozione di tre anni fa non contano più un cazzo e comunque egli avrebbe potuto disinnescarle (a suo tempo) con delle semplici contro-notifiche. 18. Egli inventa che io odierei la moralità e la giustizia, mentre io nego che esistano. 19. Egli inventa che sarebbe stato lui a mollare me e questo sulla base della sua recente confessione/invenzione secondo cui «era tutto finto». La realtà è che ci siamo mollati entrambi: egli ha mollato me perché ho citato Nietzsche ed io ho mollato lui perché non sopporto gli idioti e il cattivo odore. 20. Egli inventa che la mia musica gli fa schifo «perché rubata, perché programmata e perché io l’ho insultato». Qui vedo un briciolo di verità: il punto 3, il quale si commenta da sé (musica giudicata in base agli insulti ricevuti!). Gli altri punti sono demenziali: il furto si trova ovunque in musica ed è tipico dei veri creatori; la programmazione è solo una forma di esecuzione e non può cambiare di una virgola la qualità di una determinata composizione. Altrimenti, dovremmo giudicare bene o male lo stesso pezzo a seconda che sia stato programmato o suonato. 21. Egli inventa che io sarei affetto da Doc e da serie paturnie mentali. Peccato che non sia io quello che si definisce «cristiano vendicatore» e «Achille cristiano» e «cavaliere di Dio». 22. Egli inventa che la mia cultura sarebbe basata sul fare copia-incolla da Wikipedia. In realtà, la mia cultura era già ottima molto prima che egli venisse al mondo ma se gli fa piacere raccontarsi queste bugie, faccia pure. 23. Egli inventa che io non comprenderei che egli abbia deciso come chiamarsi ma io lo capisco benissimo: si chiama follia e il suo nome rimane quello che egli nasconde, essendo un vigliacco e uno psicopatico con problemi gravissimi di odio per sé stesso. A proposito: il video dal titolo Chi è Kasus? Il Mio Nome è Pathos – Il Perché ho Scelto Questo Nome e il Suo Significato è una delle cose più esilaranti che io abbia mai visto in vita mia e lo consiglio a chiunque ami la vita e ami ridere. 24. Egli inventa che io darei importanza a Wikipedia e alla rivista Rolling Stones, mentre io non do importanza a nulla e mi limito a tenerne conto come riferimento generico e continuo a pensare che le competizioni siano per i cavalli, non per gli artisti. Infatti, non mi sognerei mai di scrivere o pensare cose come, «A questo albo do il voto 10, a questo albo do il voto 9» eccetera, anche perché la musica preferisco farla, piuttosto che parlarne. 25. Egli inventa che le mie risate sarebbero false e che io invece «rosicherei» (la sua parola preferita). 26. Egli inventa che quando inviai le richieste di rimozione, stavo «rosicando», mentre in realtà, stavo ridendo e mi stavo rilassando con una simpatica attività sportiva. 27. Egli inventa che io sarei un bugiardo patologico, quando ho dimostrato di essere l’uomo più sincero del mondo. Sicuramente, non comunico alle persone nomi falsi, date di nascita false, commenti falsi eccetera, per poi vantarmi di essere «uno che inganna la gente». 28. Egli inventa che nella vita reale io «non potrei fare il bulletto» (egli è proprio traumatizzato dalla rimozione di quei video avvenuta tre anni fa!), altrimenti poi «mi verrebbero frantumate le ossa e verrei sistemato a dovere». Strano, io sto ancora aspettando che egli venga a «prendermi di persona nella discarica in cui vivo» ma non arriva nessuno. Sicuramente, la sua non è paura… 29. Egli inventa che io sarei intollerante, poiché in passato mi sono divertito un po’ con il tiro al bersaglio. 30. Egli inventa che io soffrirei di «rosicamento acuto», cioè il suo problema principale, espresso talvolta da lui stesso con la parola iracondo. 31. Egli inventa che io vorrei paragonare l’amicizia sulla rete a quella vera che avviene nella vita reale, mentre io non vorrei fare nulla del genere e mi limito a constatare che gli uomini non sono uguali. 32. Egli inventa che io «avrei voluto un regalo da lui». Qui, mi viene in mente la foto di Messi al minuto 8’24” del quarto di finale Barcellona-Juventus del 201733. Egli inventa che io non saprei scrivere i numeri romani. 34. Egli inventa che io sarei «da Tso immediato», perché talvolta ho citato frasi del cancelliere del Reich. (Si chiama censura. A proposito di intolleranza…) 35. Egli inventa che io soffrirei di Doc e allucinazioni, «vedendo cose laddove non esistono» (ennesima frase presa in prestito da me). 36. Egli inventa che io sarei un «criminale informatico» (cioè la sua specialità). 37. Egli inventa che io avrei «il sedere pepato da anni» (probabilmente una pratica sessuale della sua discutibile famiglia) e vede «conferme di ciò» in cose insignificanti e trascurabili come – ad esempio – il mio periodo sportivo, leggero e giocoso. 38. Egli inventa che io sarei stato «bullizzato da piccolo», poiché una volta ho raccontato di un ragazzino più grande che mi teneva per l’orecchio quando avevo 10 o 11 anni. 39. Egli inventa che io avrei sviluppato «il mio grande rosicamento acuto» eccetera. A quanto pare, egli non può fare a meno di riversare su di me la sua ira e il suo disagio, i quali lo portano a odiare persino il suo nome. 40. Egli inventa che la mia musica – che egli chiama «musichetta», essendo solamente un ometto nascosto – sarebbe fatta per «vendetta», mentre in realtà è fatta per puro istinto musicale e creativo (mica siamo tutti musicalmente idioti come lui).

13 June 2024

Il mio eccellente brano dal titolo Richard the Cokehead (2024) contiene un piccolo frammento di un grazioso motivetto presente all’inizio del brano Waves (1978), di un celebre cocainomane deceduto nel 2008. Le note in comune sono re-do-si-si ma con una «struttura ritmica» totalmente differente. I punti in comune finiscono qui. Solo un idiota potrebbe affermare che il mio brano sarebbe «rubato da quello di Riccardo», poiché il brano di Riccardo contiene un’altra sezione (a mio avviso pessima) e un lungo assolo di sassofono (che personalmente detesto) eccetera, per non parlare del fatto che quel noioso brano è costantemente in 12/8, mentre il mio è totalmente sganciato da qualsiasi struttura ritmica definibile e per di più subisce una interessantissima accelerazione. Ho scoperto – con un certo sgomento – che esistono soggetti i quali non riescono a capire nemmeno la differenza tra «brano» e «quattro note», cioè tra «intero» e «minuscolo frammento» e che non hanno mai sentito parlare di «sviluppo» o di «variazione» eccetera e che al contempo (sulla base della loro terribile ignoranza) sentenziano circa argomenti più grandi di loro quali la composizione, la paternità dei brani, il plagio eccetera… per di più rimanendo costantemente anonimi e invisibili – mentre tentano invano di screditare i loro dèi. Tornando alla questione precedente. Se fosse vero che io «ho rubato il brano di Riccardo», allora bisognerebbe concludere che il 95 percento della musica pubblicata negli ultimi 500 anni è costituito da «brani rubati». Ovviamente, non è così e l’unico furto è quello che la natura ha operato nei confronti del cervello di una certa, buffa creatura anonima che da tre anni suscita l’ilarità di noi uomini sinceri.

11 June 2024

Il diritto al nome è un attributo della personalità che è utilizzato per individuare e identificare una persona. Si tratta di un carattere distintivo, al fine di garantire all’ordinamento giuridico la possibilità di distinguere fra loro i soggetti e necessario per l’identificazione del portatore; è proprio sia della persona fisica sia di quella giuridica e in genere è soggetto a tutela in entrambi i casi. Il nome, per le persone fisiche, comprende: i) il nome di battesimo, dato dai genitori all’atto della registrazione presso l’ufficio di stato civile; ii) il cognome, cioè il nome della famiglia, volto a distinguere una persona da altri membri della società. Con poche differenze questa è una strutturazione del concetto di nome che si riscontra comune alla maggior parte delle legislazioni. Le garanzie e le limitazioni in genere riconosciute per l’utilizzo del nome di persona comprendono immutabilità, imprescrittibilità, inalienabilità, inestimabilità, irrinunciabilità e intrasmissibilità. Il nome di un cittadino, cioè, non può essere mutato, fatto decadere, ceduto, valutato, abbandonato dal suo portatore, trasmesso. La scelta del nome del figlio o dell’adottato è pressoché ovunque lasciata alla discrezione dei genitori o di coloro che hanno la potestà del registrando o un potere decisionale (giudici). Con la locuzione «diritto al nome» ci si riferisce, particolarmente in Italia, al diritto del cittadino di non subire coattive variazioni ope legis del suo nome originario; la costituzione italiana prescrive infatti che nessuno può essere privato del suo nome per motivi politici. Il diritto al nome riconosciuto al nuovo nato o all’adottato si accompagna in genere a un contestuale obbligo in capo al genitore di effettuare una registrazione anagrafica, presso uffici di stato civile o assimilati, dando così inizio ai rapporti fra lo Stato e l’individuo; contestualmente inizia in genere la capacità giuridica del nuovo iscritto. Secondo alcune elaborazioni, il nome diviene così un riassunto dello stato civile della persona. Secondo altre, al diritto soggettivo della persona si oppone un’interpretazione pubblicistica per la quale l’impiego del nome (insieme con l’obbligo di usarlo senza poterne disporre o modificarlo) risponderebbe a esigenze statuali di «polizia civile». Durante la Rivoluzione francese, del resto, fu proprio in questo senso emesso un decreto che vietava di assumere nomi diversi da quelli originari esattamente per evitare che i nobili si sottraessero alla riconoscibilità. Il cognome, rappresentando un carattere distintivo della famiglia, si trasmette da uno o entrambi i genitori al figlio e analogamente può accadere in caso di adozione (anche in aggiunta a un eventuale cognome originario). In Spagna, ad esempio, è uso attribuire al nuovo nato due cognomi, tradizionalmente il primo cognome paterno e il primo cognome materno. In altri Paesi, come la Bulgaria, il prenome del padre diventa il secondo nome dei figli e il cognome ereditato è quello paterno; dunque, il nome del padre è automaticamente inglobato nel nome dei figli, declinandosi al femminile in caso di figlie femmine: è così che il figlio maschio e la figlia femmina di un ipotetico Milev Josif Dermendžiev potranno essere chiamati rispettivamente Georgi Milev Dermendžiev e Ivanka Mileva Dermendžieva. Il diritto di un individuo a cambiare il proprio nome originario, quello cioè assegnatogli alla nascita, è riconosciuto in alcuni Paesi e non riconosciuto in altri. Vi è anche il caso degli Stati Uniti, in cui ciascuno dei singoli Stati componenti l’Unione legifera per suo conto sulla materia e si hanno differenti esiti procedurali o di ammissibilità dell’istanza. Nei Paesi in cui la pratica è consentita, il cambio di genere consente anche il cambio di nome, in modo da permettere l’utilizzo di un nome proprio coerente con la nuova identità sessuale. Possono peraltro sussistere condizioni normativamente fissate che prevedono come requisito per la variazione identitaria ai fini dello stato civile la materiale sottoposizione a un intervento chirurgico.

Napster era un programma di file sharing creato da Shawn Fanning e Sean Parker e attivo dal giugno del 1999 fino al luglio del 2001. Dopo l...